Recensione “La via del silenzio”

Buon giorno cari lettori, oggi vi voglio portare un thriller che mi ha colpito particolarmente in collaborazione con la casa editrice GoWare, di cui precedentemente vi ho già portato un altro libro “Perturbanti Congiungimenti” che potete trovare nella lista delle recensioni.

Parto già enunciando che non tendo a leggere thriller di autori italiani, ma questo volta mi devo ricredere. Questo libro mi ha tenuto incollata alle pagine, era un fiato sospeso dopo l’altro e i colpi di scena erano in ogni dove. Non riuscivo mai a comprenderne dove stesse andando a parare il manoscritto e soprattutto, sono rimasta a bocca aperta nel leggere il finale.

Copertina: Mi piace perché viene raffigurato sia la tecnica usata dal serial killer e sia la identificazione della “La via del silenzio” come una via cupa e misteriosa.
Titolo: La via del silenzio
Autore: Salvatore lecce e Cataldo Cazzato
Data di rilascio: 2018
Genere: Thriller

Trama: A Walnut Creek, tranquilla cittadina della California, una studentessa viene ritrovata sgozzata, la lingua tagliata e le labbra cucite con del filo da sutura. Il capitano Jeffrey Coleman del dipartimento di San Francisco, poliziotto tenace e ostinato, credente in Dio e nel suo intervento salvifico, sarà chiamato a fare i conti con altre morti atroci, che lo getteranno in uno stato di profonda prostrazione fino a fargli smarrire la via della fede. Una via che si intreccerà fatalmente con un’altra: la via del silenzio. Una lunga scia di sangue ad opera di uno spietato serial killer che pratica mutilazioni post mortem sui corpi delle vittime, attraverso un rituale dal significato criptico che affonda le radici in un passato lontano. Chi è il mostro che riduce al silenzio delle giovani donne senza lasciare tracce? E qual è la pulsione che lo spinge a uccidere? Domande senza risposta, perché è impossibile catturare uno spettro.


Valutazione: Mi è piaciuto lo schema utilizzato per strutturare il racconto. A livello lessicale e ortografico non ho riscontrato errori. Ho notato con piacere che ogni volta, nonostante le descrizioni fossero molto accurate, che non si succedevano più termini uguali nella stessa frase. Ciò mi ha permesso di avere una lettura calzante e molto lineare, senza riscontrare parti in cui mi venisse voglia di saltarle per arrivare al dunque. Ogni frase scritta era necessaria per il racconto. Ho apprezzato la scelta di identificare il luogo di svolgimento della narrazione all’inizio di ogni capitolo, enunciando anche l’anno. Questo permette di analizzare il salto nel tempo che viene presentato nel racconto senza riscontrare problemi di lettura.
Pensieri personali del libro: Il racconto thriller poliziesco ha uno svolgimento negli Stati Uniti e mi è piaciuto come siano state narrate le descrizioni geografiche dei luoghi, le vie percorse dai personaggi e la descrizione degli edifici. Mi ha permesso di immergermi interamente nel racconto. I personaggi sono descritti in maniera ottimale. Per tutto il racconto delle 235 pagine, sono rimasta fino alla fine con il batticuore e l’ansia per conoscere chi fosse il serial killer.

La modalità di narrazione mi ha ricordato molto quelle usate dai Lars Kepler, forse è stata solo una mia impressione. Mi è piaciuto il riferimento che sono stati fatti all’interno del racconto sia nei confronti del classico Eneidi di Virgilio e il libro della Genesi.

Il racconto si apre con l’omicidio di una ragazza ritrovata con la bocca cucita e la lingua asportata, successivamente questi omicidi sono proseguiti lasciando tanti punti di domanda in capo al capitano J. Coleman. “La via del silenzio” non è solo un titolo, ma l’essenza stessa del libro. Viene illustrato il percorso del serial killer, la sua psiche e la volontà di uccidere a sangue freddo le ragazze di tenera età. Viene presentato il paragone che si afferma tra “lo Spettro” – pseudonimo dato al serial killer prima di scoprire la sua identità- e il protagonista del libro. Un serial killer che con il suo “modus operandi” mette fine, dalla fonte, allo spettegolare. Lo stesso motivo che ha portato il serial killer sulla via della giustizia, della purezza e del castigare le giovani donne che spettegolano e rovinano la psiche degli uomini.

La storia è ben costruita, i personaggi non sono banali ma incalzano alla perfezione i loro ruoli e i loro pensieri. E’ un libro d’effetto, che ti lascia un amaro in bocca alla fine perché ti viene la paura di lasciare quel racconto.

Mi ha affascinato come la scrittura prevalentemente americana sia stata incalzata da due autori italiani realizzando un thriller che personalmente consiglierei a chi ama questo genere.
Sistema di valutazione: ★★★★★ | mi è piaciuto ogni momento.

Ringrazio ancora una volta la casa editrice GoWare per la disponibilità della collaborazione e per avermi dato la possibilità di leggere questo romanzo travolgente e ben strutturato. Grazie anche agli autori.

Ci vediamo nella prossima recensione.

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