La mia fuga alcolica

A fine di questo mese la casa editrice Jpop ci ha portato un nuovo titolo e volume unico da non perdere assolutamente “La mia fuga alcolica” di Kaba Nagata autrice di Lettera a me stessa e La mia prima volta.

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Trama:

Attraverso il manga, Kabi Nagata racconta la propria esperienza in ospedale in seguito ad una pancreatite acuta che, insieme a vari disturbi al fegato, le era stata diagnosticata nel 2018. La malattia nasce da un profondo disagio interiore, già descritto grazie alle precedenti opere autobiografiche, sfociato pian piano nell’alcolismo come unica “fuga dalla realtà”.

Cosa ne penso?

L’autrice ha scritto questo volume unico per raccontare ancora una volta delle proprie vicende, dei propri sentimenti e della sua realtà. Tra incertezza e negazionismo, la produzione di questo volume avuto una lunga storia perché all’inizio l’autrice non voleva ancora scrivere, un’altra volta, un racconto su se stessa questo perché non voleva macchiare i sentimenti dei suoi genitori e della gente che la circondava ed ero anche convinta che molto provi mente questo titolo sarebbe stato oggetto di discussione e sarebbe stata al centro di attenzione negative.

Questo senso di trasparenza nei confronti di se stessa e anche delle persone che la seguono, mi ha fatto apprezzare maggiormente questo volume caratterizzato da disegni semplici ma mai noiosi e anche arricchiti da colori fosforescenti come l’arancione.

Il titolo che ha permesso proprio per la sua sincerità di andare a comprendere alcuni tratti che mi erano oscuri e soprattutto mi ha dato modo di avvicinarmi maggiormente al mondo che c’è aldilà di un manga, che è tutto tranne che semplice. Spesso ci dimentichiamo che dietro un’opera c’è tanta creatività, tanto tempo e spesso le sofferenze che vengono causate dal non accettare abbastanza le storie che possono rendere il processo di creazione difficile da completare.

La mia fuga alcolica

Una storia di vita quotidiana che riesce, a modo suo, a insegnare qualcosa. Spesso l’alcol viene visto come compagno di disavventure e avventure, a volte è proprio questo compagno di viaggi a portarci verso strade ignote e questa volta Kabi Nagata è finita in ospedale cambiando in maniera preoccupante il suo corpo. Non solo la sua mente soffriva, ma anche il suo pancreas.

Un viaggio nei sentimenti più privati dell’autrice, perché non è sempre semplice riuscire ad esteriorizzare anche i nostri difetti e le nostre paure più grandi. Questo è una fonte di coraggio per tutte quelle persone che ogni giorno si sentono sprofondare dalle proprie responsabilità e pensano di non potercela fare e si fanno accompagnare in questo viaggio di illusione dall’alcol che va a peggiorare le cose.

La mia fuga alcolica

Tra realtà e ironia, mi sono ritrovata anche a ridere per le battute e le espressioni che l’autrice ha voluto riportare. Una cura del pancreas che è stata oggetto di miglioramenti e peggioramenti, di pensieri positivi e affaticamento con la voglia di abbandonare quei passi positivi che ha fatto nel tempo.

Un’opera di vita propria, senza troppe fantasie o eventi complessi. La pura e semplice cura del pancreas raccontata in maniera maniacale e con tanto riguardo verso la sincerità.

La mia fuga alcolica.

Questo libro è molto dettagliato sulla sua malattia permettendo al lettore di conoscere fino a fondo ogni centimetro della realtà che l’autrice ha dovuto affrontare. Ma non è solo questo, viene mostrato anche come muta la quotidianità dell’autrice, che dal vivere da sola si ritrova a tornare a casa dei genitori, ma anche come i suoi pensieri siano così cupi e veri.

Viene mostrato anche come lei stia ‘lottando‘ per decidere se buttarsi nello scrivere fiction o autobiografie e come, nonostante tutto, lei ritorni sempre al punto di partenza: scrivere di se stessa per guadagnarsi da vivere.

Un volume assolutamente da non perdere. Una sincerità disarmante verso se stessi e verso il resto della società. Mi sono emozionata, mi sono incuriosita e mi sono preoccupata per lei durante tutta la lettura.

Sangue e cenere

In uscita oggi, 24 Marzo, Sangue e Cenere dell’autrice Jennifer L. Armentrout. Sangue e Cenere è il primo, appassionante episodio della nuoca serie fantasy Blood And Ash.

Dopo tanto tempo sono tornata sulle righe dei fantasy e come non farlo con la cara Jennifer che ci illustra una storia piena di eventi sospetti e momenti frenetici?

Trama:

Scelta dalla nascita per dare vita a una nuova era, Poppy non è mai stata padrona della propria vita. La sua è un’esistenza solitaria, in cui tutto le è proibito: nessuno può guardarla, né toccarla o rivolgerle la parola.
Non è nemmeno libera di usare il proprio dono… Può solo aspettare il giorno della sua Ascensione, chiedendosi che cosa accadrà, mentre preferirebbe di gran lunga stare con le guardie, a combattere il male che ha distrutto la sua famiglia. Ma lei, la Vergine, non ha mai potuto decidere per se stessa.

UN DOVERE…

Il futuro del regno è sulle sue spalle, anche se lei quel fardello non lo ha mai voluto. Perché anche la Vergine ha un cuore, un’anima, dei desideri. E quando nella sua vita entra Hawke, la guardia incaricata di proteggerla e sorvegliarla, il destino e il dovere si intrecciano inesorabilmente con il desiderio. Quel giovane dagli occhi dorati alimenta la sua rabbia, la spinge a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto, la sfida a provare sensazioni nuove e inesplorate.

UN REGNO…

Abbandonato dagli dei e temuto dai mortali, un nuovo regno sta risorgendo dalle ceneri. Determinato a riprendersi ciò che gli spetta, l’Oscuro avanza assetato di vendetta. Ma più l’ombra del male si avvicina, più il confine tra ciò che è giusto o sbagliato diventa sottile. E quando la trama insanguinata che tiene insieme il suo mondo inizia a sfaldarsi, Poppy non rischia soltanto di essere ritenuta indegna dagli dei, ma anche di perdere il proprio cuore e la sua stessa vita.

Cosa ne penso?

Sangue e Cenere è un fantasy dalla scrittura inebriante.

L’autrice riesce, con semplicità e coinvolgimento, a trascinarti parola dopo parola fino alla conclusione del libro. E’ una storia che ti fa immergere nelle vicende, nel dolore delle perdite, negli amori di cui narra. Le ore passano e ti ritrovi lì, sulla tua poltrona, a divorarti un malloppo di più di seicento pagine.

La cosa più bella e spontanea è che tutto questo, alla fine, ti lascerà un brivido perché sai che Sangue e Cenere è il primo volume. Non è la fine, ma l’inizio e questa avventura inizia con Poppy e la sua voglia di infrangere le regole.

Sangue e Cenere ha come protagonista una fanciulla ormai orfana, di nome Penellaphe Balfour dal soprannome Poppy che è destinata ad Ascendere. Non le è permesso parlare o toccare nessuno tranne pochi eletti o farsi vedere in viso. Ben presto un uomo misterioso di nome Hawke, ben celebrato nella città, diventa la sua guardia e le vicende iniziano a mutarsi.

Il personaggio di Poppy affronta tante paure, tante perdite. Una ragazza rimasta orfana dopo aver perso i genitori che hanno cercato di proteggerla, dei divieti che sono assoluti per la Vergine che deve Ascendere e da cui dipende l’ascensione di tutti i Lord e le Lady.

Nonostante la sua figura devota agli dei, lei è tutt’altro. Una ragazzina incontrollabile e testarda, abile con le armi, piena di dubbi e con la fiducia semplice.

Le battute che si scambiano Poppy e Hawke vi lasceranno perplessi, pieni di dubbi, pieni di ‘voler scoprire’ ancora e ancora.

Un mutarsi di eventi che vi lasceranno esclamare all’ultima pagina: ‘Dimmi che non finisce così, devo leggere come continua’.

E’ vero, il personaggio di Hawke lo si può definire un po’ tossico come Poppy la si può definire una fanciulla stupida, ma alla fine è un fantasy che cattura l’attenzione e secondo me i loro personaggi andranno a migliorare nei prossimi episodi.

Questa storia trabocca di ‘amore‘, di suspence, di lealtà, di coraggio.

Una protagonista forte, un destino da spezzare e da reinventare.

Il romanticismo che fuoriesce da queste pagine è eccitante, intrigante e ti tiene teso come delle corde di un arco. Una combinazione di momenti focosi e momenti in cui vorresti che succedesse qualcosa, ma la volontà d’animo della protagonista è più forte.

Le prime pagine introducono questo mondo composto da Ascesi, Atlantiano e altre specie soprannaturali, fanciulle e fanciulli che hanno una missione, il dono di Poppy, la storia di Poppy.

Un inizio lento, ma necessario a parer mio per permettere di mettere delle basi su cui muoversi liberamente appena preso il via dai capitoli successivi.

Sostanzialmente i capitoli sono formati da venti pagine ciascuno, salvo alcuni che sono più lunghi. Ogni volta che finivo un capitolo mi dicevo ‘ questo è l’ultimo ‘ e alla fine mi sono divorata questo fantasy in due giorni.

In realtà già dall’inizio avevo dei sospetti sulle vicende, su qualcuno che si presentava dal nulla e come magari si sarebbe evoluta la storia, ma ho continuato la lettura curiosa di dove andasse a parare. Ho ritenuto, a volte, che le conversazioni fossero un po’ sciocche, ma ho continuato ad andare avanti e alla fine la mia barca di curiosità è giunta a destinazione lasciandomi una sensazione positiva soprattutto per il finale particolare.

In alcuni punti è una storia ‘prevedibile’ ma non lasciarti spaventare da questo e goditi questo viaggio tra mortali e atlantiani.

Amatissimi

buongiorno cari lettori, oggi torno con un romanzo che può rientrare nei top ten delle letture che ho fatto negli ultimi anni e parlo assolutamente dell’ultima uscita della Fazi Editore dal nome ‘Amatissimi‘.

Prima di scrivere questa recensione, mi sono chiesta come è possibile parlare di questo titolo, nel senso quale fossero le parole più adatte da utilizzare per esprimere tutte le sensazioni contrastanti che mi ha trasmesso ma anche il senso di solitudine che mi ha lasciato a fine lettura.un senso di solitudine non espressamente sotto la sfumatura negativa, ma bensì quella sorta di solitudine che ti lascio un libro che ti ha preso il cuore e te l’ha riempito.

amatissimi

Trama:

Greenwich Village, anni Sessanta. La storica Terza Chiesa Presbiteriana fatica a tenere il passo con i tempi turbolenti e rischia di allontanarsi dalla comunità dei fedeli. Per risollevarne le sorti vengono scelti, insieme, i due pastori Charles Barrett e James MacNally, giunti a un approdo comune attraverso cammini molto diversi. Charles, destinato a succedere al padre come professore di Storia ad Harvard, fugge ogni imposizione con l’arrivo improvviso della vocazione religiosa. James, che per tutta la sua giovinezza ha dovuto fare i conti con un padre alcolista, nella Chiesa vede la possibilità di una battaglia per la giustizia sociale. Diverse sono anche le mogli al loro fianco: Lily, fieramente intellettuale, elegantemente severa, ma soprattutto convintamente atea, ha instaurato col marito un rapporto basato su una continua negoziazione; Nan, di tutt’altra formazione, cresciuta nel Mississippi, figlia amata e devota di un ministro del culto, ha fatto sua la missione del coniuge. Saranno quarant’anni di vita condivisa a unire i quattro in maniera indissolubile, tra incomprensioni, divergenze e sfide affrontate insieme, a partire da quella più difficile di tutte: la genitorialità. E laddove l’amicizia al maschile si rivelerà sempre un porto sicuro, il legame tra le due donne si mostrerà più arduo, continuamente minacciato da malintesi e rivalità.
Un romanzo dal passo classico, in cui la talentuosa esordiente Cara Wall, grazie a una penna sicura e capace di dar vita a una prosa di raffinata semplicità, ha creato quattro personaggi che, dopo averli accompagnati per decenni, sarà difficile salutare.

Cosa ne penso?

Cara Wall con la sua scrittura così emozionante, dinamica e mi permetterei anche definirla amica del passato, ci fa catapultare già dalle prime pagine è una storia che farà innamorare il lettore ma non nel senso che il lettore si affezionerà all’evoluzione degli eventi, bensì sono proprio i personaggi nella loro quotidianità, con il loro carattere pieno di difetti e pregi, con le loro convinzioni, con i loro amori, con le loro paure con la loro fede che fanno riscoprire nel lettore qualche elemento in comune.

Una scrittura leggiadra, una scrittura confidenziale che riesce a tenersi attaccato le pagine una dopo l’altra finché non ti ritroverai alla conclusione e proprio in quel momento ti sentirai un po’ vuoto, un po’ in solitudine perché ti sei affezionato così tanto l’andatura della lettura, dei personaggi nella loro semplicità che non presti mai abbandonare quella parte del mondo.

Proprio come si può percepire dalla stessa trama, Amatissimi è un titolo ambientato nel passato che riesce a connettere e collegare quattro vite diverse, quattro pensili diversi, quattro caratteri diversi.

La particolarità è che tutto nasce dagli eventi più banali della vita, dagli eventi che sconvolgono il pensiero umano e ti portano a porti una semplice domanda: esiste Dio?

Quello che voglio dire è che questo romanzo non si concentra su una concezione astratta e spiritica religiosa e non va a intaccare in nessun modo la dimensione di ciascuno di noi, si mostra come sia possibile, nonostante pensieri e concetti diversi, che l’amore possa superare qualsiasi ostacolo.

Un amore di altri tempi, un amore che nasce tra I corridoi di una biblioteca, tra le pause di una lezione è di un’altra, in mezzo a un concetto di solitudine derivante da una perdita.

In questo romanzo vengono mostrati i vari concetti spirituali di come viene inteso Dio, le più grandi problematiche che ogni uomo si pone nella propria esistenza, le problematiche della società stessa quindi si fa fronte delle paure, la solidarietà di una fede, le guerre, e anche le situazioni più problematiche esistenti e più vicine cittadini ma non solo, mostro come anche la fede può andare oltre essere abbastanza forte nel momento in cui la vita ti mette davanti ha un bivio e proprio quel bivio spesso ti butta giù.

Quattro vite che si intrecciano diventando delle coppie e queste coppie diventano un gruppo. Un gruppo consolidato, un gruppo che nonostante le simpatie possono essere ostacolate, nonostante la diversità di come una persona si pone di fronte ai problemi o di come decide di affrontare la propria fede se in maniera spirituale o in maniera materialmente realistica.

Assurdamente bello.

Perché ho utilizzato dalle termine? Perché spesso si ha paura di affrontare dei romanzi che sono ambientati nel passato e ti facciano sentire come se nel tuo presente ti mancasse qualcosa e quello che mi ha lasciato questo romanzo è proprio la voglia di assaporare ogni pezzo di quelle vite che sono state raccontate nonostante siano pezzi di vita probabilmente di fantasia.

Mi ha fatto venire voglia di conoscere questi personaggi, mi ha fatto né voglia di dialogare con loro e di approfondire i loro pensieri.mi ha fatto nel voglia di innamorarmi tra una ricerca universitaria all’altra, mi ha fatto venire voglia di correre tra i corridoi delle biblioteche e scontrarmi probabilmente una persona che mai nella vita penserei di portarmi sull’altare.

Mi ha fatto venire voglia di osservare il mondo, mi ha fatto né voglia di parlare con le persone, infatti ne voglia di conoscere le persone nonostante possono essermi non simpatiche a prima vista.mi hai lasciato un vuoto. Vuoto probabilmente non colmabile da altre letture perché è vuoto derivante dalla conclusione della sua lettura.

All about Ocean Blue

Se avete voglia di piangere e di affezionarvi in maniera così appassionata ad un volume unico boy’s love vi stra consiglio All about Ocean Blue della stessa autrice di Blue Summer ci troviamo immersi in un mare blu di passione che ha come protagonisti due ragazzi che vanno al liceo e che all’inizio loro sentimenti non sono abbastanza chiari.

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Trama:

Dal primo anno delle scuole medie fino al secondo delle superiori, Kai Makihara e Ren Mizushiro sono sempre stati nella stessa classe. Durante l’ultimo anno delle superiori però, vengono assegnati a due classi diverse e pare che si apra una piccola crepa in quei giorni che passano sempre uguali. Questo però, è ciò che fa sbocciare i sentimenti di cui loro stessi erano inconsapevoli. Lui vorrebbe dirglielo, ma non ci riesce… la risposta è nascosta in fondo ai loro cuori.

All About Ocean Blue

Cosa ne penso?

Molto probabilmente, per chi non ha ancora letto questo volume, non crederà in maniera così semplice alle mie parole, ma io ho ammesso che ho preso questa lettura di petto e come tale sono arrivata a metà manga e ho sentito l’esigenza di chiuderlo e guardarmi intorno perché avevo così tante emozioni dentro di me che le lacrime scendevano da sole.

Tralasciando il fatto che da come ho iniziato la lettura, mi sono fatta trascinare completamente dai meravigliosi disegni e dall’amicizia dei due ragazzi, ma soprattutto ho sentito fin da subito una sorta di collegamento con Kai.

Infatti è proprio per lui che mi sono scese le lacrime e ho avuto un piccolo problema a continuare la lettura che trasmette così tanta passione e parla in maniera pura e trasparente di una relazione di amicizia che si trasforma pian piano a senso unico in amore e poi diventare unilaterale.

All About Ocean Blue

Spesso ci dimentichiamo con le emozioni possono cambiare velocemente, possono mutare senza che noi possiamo farci nulla e senza che noi effettivamente ce ne possiamo rendere conto e così ci troviamo da un momento all’altro ad amare un amico di infanzia o vedere sotto una luce diversa, una persona che è sempre stata accanto a noi e che riesce a percepire e conoscere delle sfumature del nostro essere che non sono chiare a nessun altro, anzi, che non sono nemmeno visibili agli altri.

All about ocean blue è una storia che al suo interno ci fa comprendere come alla fine tutto può cambiare, come alla fine anche una classica routine può cambiare e come spesso i piccoli cambiamenti ci fanno rendere conto più a fondo quanto una persona che è sempre stata accanto noi può essere importante e come, nei momenti in cui non c’è accanto a noi, la distanza si fa sentire.

All about ocean blue è un manga bl per tutti. Se non sai effettivamente come approcciarti per la prima volta a questa categoria, suggerisco assolutamente questo volume.

E’ un manga che mette in prima linea l’amicizia, riesce a trasmettere dei valori essenziali. Un manga che ci trasporta in una situazione presente nella società: il coming out. Come ci si rende conto di amare una persona dello stesso sesso e come affrontare tali pensieri ed emozioni?

La stessa autrice ha messo che durante la scrittura non sapeva neanche lei se effettivamente i due protagonisti avessero avuto un ottimo finale e questo mi ha portato a capire come spesso anche le autrici o gli autori di libri o di storie d’amore o di qualsiasi altra tipologia di storia, in realtà si appassionano come noi lettori ai protagonisti e non sanno neanche loro come finirà l’evoluzione del racconto e questo mi ha fatto sentire un po’ più vicini all’autrice perché anche lei, come me, aspettava che il finale fosse pieno di gioia.

All About Ocean Blue

Alla fine ci si può innamorare di una storia?

Ho letto davvero tante storie e molte di queste mi hanno emozionata, però in realtà poche mi hanno fatto piangere come se fosse una bambina e questo titolo rientra proprio tra i miei pianti drammatici.

Il ragazzo dietro la mascherina vol 2

Dopo il tanto atteso primo volume in cui ci siamo catapultati in questo meraviglioso yaoi con delle sfumature molto calorose da farti sentire alle Hawaii… finalmente possiamo goderci il secondo volume! Sto parlando proprio del mio amato Il ragazzo dietro la mascherina, portato in Italia dalla MagicPress.

* NB in patria è stato annunciato anche il terzo volume.

Colgo l’occasione anche per acclamare una richiesta: vorrei tanto leggere in italia il titolo Please Don’t Bite Me so much! sempre di Mitsuru Sango.

Trama:

Il timido Sayama nasconde tutto il giorno il volto dietro una mascherina, ma Saikawa è riuscito a guadagnarsi la sua fiducia e a diventare il suo ragazzo. Tuttavia, sono ancora tanti i lati oscuri del passato di Sayama che Saikawa vorrebbe scoprire e i due ragazzi devono ancora imparare a conoscere sé stessi e a esplorare il loro rapporto.

Cosa ne penso?

Una storia che cattura l’attenzione del lettore in pochi secondi e fa affezionare ai suoi personaggi.

La dolcezza con cui vengono raccontati i problemi sociali, le difficoltà interiori delle persone, i lati oscuri e l’amore che può andar oltre a tutto questo rende questo manga imperdibile.

Un racconto che nel primo volume ci ha fatto affacciare al personaggio di Sayama che con le sue difficoltà e la sua mascherina sempre sul volto, vede i suoi muri sociali crollare bacio dopo bacio grazie a Saikawa, ma non è solo questo.

Il secondo volume mette un po’ di pepe nella romantica e fresca storia d’amore tra i due personaggi diversi come il giorno e la notte, ma che si completano in maniera impeccabile.

Il ragazzo dietro la mascherina vol 2 mette in risalto non solo i grandi passi che Sayama e Saikawa hanno fatto nel tempo, ma anche come in realtà Saikawa è un ragazzo apparentemente sorridente ma con un passato e dei problemi che tiene stretto nel petto. Qui cresce la sintonia tra i due, ma non solo. Sayama capisce che come il suo amato è riuscito a farsi strada piano piano tra le sue paure, anche lui deve sostenerlo e deve prendere il coraggio di abbassare la sua fedele mascherina e gridargli “Ti amo“.

Nel volume due questa volta l’attenzione si rivolge sì, alla loro relazione, ma soprattutto al comportamento di Saikawa e ai suoi problemi familiari. Non mancherà anche l’entusiasmo di far entrare in gioco un terzo ragazzo di nome Tsuruga, un po’ scontroso in cui la sua personalità distaccata si è modellata a causa dei pettegolezzi e delle incomprensioni che si sono creati intorno a lui.

Tsuruga diventa pian piano parte della storia e questo rende tutto più piacevole perché ci fa sperare che nel terzo volume possano succederne delle belle!

Apprezzo sempre tantissimo i disegni così cute in alcuni casi imbarazzanti e di gelosia, ma anche i grandi lineamenti che si fanno vivi quando la situazione è tesa.

Quello che ho apprezzato maggiormente è la giusta dose di dolcezza, ma anche di evoluzione della storia che hanno caratterizzato il secondo volume.

Bill di Helen Humphreys

Se siete alla ricerca di un titolo che possa tenere incollato le pagine, sorprendervi pagina dopo pagina, catturare tutta la vostra attenzione per un pomeriggio intero e farvi enfatizzare con il personaggio e sorprendere e conoscere nuove curiosità e vicende veramente esistite allora dovete leggere soprattutto questo titolo Bill.

Bill” di Helen Hunphereys libro pubblicato dalla casa editrice Playground nel 2020.

Bill

La scrittura di questo romanzo è davvero sorprendente, perché nella maniera più semplice e più vicina al lettore come se fosse una sorta di confidenza o di una lettera, va a trattare di una notizia davvero scioccante e tra l’altro reale che è successa nel 1947 in Canada.

Cosa ne penso?

Siamo di fronte ad un romanzo che tra follia, psicologia, omicidi e anche poesia narra di due personaggi davvero interessanti sotto punti diversi ma sostanzialmente connessi.

Ci sono state due frasi all’interno del romanzo che mi hanno fatto comprendere l’aspetto più profondo del protagonista, un ragazzo che in adolescenza assistito ad un omicidio da parte di un uomo per cui provava ammirazione, affetto o anche un amore ossessivo e ne è rimasto anche in età adulta quasi assorbito, come se questa persona per cui provava l’affetto forse il punto centrale della sua stessa vita, come se fosse l’universo.

“Mi manca Bill, mi manca quel pezzo del mio passato in cui ci conoscevamo e ci appartenevamo. E mi manca il futuro che non avevo mai avuto.mi manca la possibilità reale di un lieto fine.mi manca l’invenzione di una macchina che trasforma un’azione sbagliata in pensiero, la rabbia in amore.”

Una vittima che ammira il suo carnefice, una vittima che è affezionata al suo carnefice, una vittima che sogna un futuro da condividere con il suo carnefice.

In realtà questo carnefice viene individuato da Leonard come suo salvatore, come se fosse un eroe è presentato e non giornata nuvolosa che lo abbia liberato da qualsiasi ostacolo che si presentasse nella sua vita.

Leonard Flint è un bambino che viene bullizzato a scuola, viene maltrattato dal padre in casa e vive una vita piena di dolore, ma la sua unica luce è Bill soprannominato Zampe di coniglio.

Bill è un uomo solitario, un uomo che si è distaccato dalla connessione con gli altri uomini, un uomo che lavora e lavora e si dedica attentamente a quel povero ragazzo che gli sta sempre fra i piedi.

Siamo di fronte a una storia che prende di petto un omicidio, un omicidio commesso alla luce del giorno con una tranquillità è una serenità che ti fa venire i brividi.

Un omicidio che viene commesso e l’unica scusante è “se l’è cercata”.

Un omicidio che porterà a comprendere la connessione tra i due personaggi.

Dopo che Bill affrontato il suo giudizio e la sua condanna, è rimasto per anni nel carcere per poi piombare una casa psichiatrica incontrerà qualcuno del suo passato, ma la sua memoria non lo aiuterà a ricordare.

Leonard Flint dopo aver studiato per anni medicina ed essere diventato un brillante psichiatra, va a lavorare nell’Istituto di gene mentale in Canada. Le aspettative del suo lavoro e le ansie erano davvero tante, la responsabilità che cadeva sulle sue spalle assorbiva tutte le sue energie, ma nella nube di responsabilità e di paure di sbagliare nel suo lavoro, Leonard incontra Bill.

Inizia l’ossessione di Leonardo e nei confronti dell’uomo del suo passato, una ossessione che porterà lo stesso ragazzo a sbagliare tante volte sia nel suo ambito lavorativo, ma anche nei rapporti con i suoi colleghi. Degli errori, degli sbagli, delle azioni che involontariamente il giovane psichiatra ha commesso e come se tutto il suo essere fosse stato influenzato indirettamente da quell’uomo del suo passato per cui provava e provo ancora tanta ammirazione.

Un andamento veloce della storia, un dolore che si trascina dall’adolescenza fino all’età adulta, una mancanza che senti nelle mani, una mancanza che ti penetra nel pensiero.

Tutto questo è quello che Leonard trova, giorno dopo giorno quando vede Bill nel box in cui lavora. Il lavoro di psichiatra inizia diventare una realtà lontana, lo stesso Leonard dopo un grosso sbaglio che ha comportato la fine della sua attività, si trova a essere da Dottore a paziente per la terapia.

Un romanzo sorprendente, un romanzo che alla sua fine vi lascerà il cuore pieno di pensieri e di brividi.