Kabuki-cho bad trip. Vol. 2

Il mese di Aprile è pieno di nuove uscite assolutamente da non perdere! La MagicPress ci culla con il secondo volume di Kabuki-cho Bad Trip!

Se la prima copertina del primo volume del manga vi è piaciuto, il secondo vi farà impazzire tra i colori pastello di un azzurrino e un rosa, le scene presenti in questo manga mi faranno saltare un battito del vostro cuore.

Kabuki-cho bad trip. Vol. 2 - Eijii Nagisa - copertina

Trama:

Dopo essersi conosciuti in un host club, Tooru e Mizuki sono diventati una coppia a tutti gli effetti, ma questo vuol dire che Tooru, lo spogliarellista più richisto di tutta Kabuki-cho, dovrà trovarsi un lavoro più onesto. Nel frattempo, a Mizuki viene chiesto di recitare in un film drammatico, ma anche l’ambiente del cinema è pieno di tentazioni e rimanere fedeli l’uno all’altro non sarà facile per i due fidanzati novelli.

Cosa ne penso?

Sono una piccola-grande fan di questa storia, quindi posso assolutamente suggerirvi, per chi piace il genere e per chi non ha problemi anche a leggere tematiche inerenti al sadomaso, di recuperare assolutamente questi due volumi di questa storia Boy’s love.

Ho notato un mutamento e una evoluzione rispetto al primo volume, nel secondo ritroviamo dei disegni più marcati e più emozionanti nonché anche un miglioramento della disposizione delle tavole e della grandezza delle tavole stesse affinché si possa avere una miglior visione anche delle scene più particolari presenti nel volume.

La tematica centrale non è mai scontata anzi non viene trattata in maniera superficiale, ma in maniera romantica facendo osservare anche dal punto di vista del lettore come i nostri protagonisti non sono subordinati a questo tabù ma bensì lo utilizzano per unirsi maggiormente dopo i vari ostacoli che dovranno affrontare.

Perché recuperare questo volume? Spesso nel genere yaoi troviamo una grande categoria di tematiche che vengono trattate, dalle più particolari alle più classiche. Certamente questo titolo non si nasconde dietro i muri che la società può innalzare inerenti ad alcune tematiche come proprio la dominazione spesso viene vista di male occhio dalla società stessa.

Un modo per affrontare alcune tematiche, un modo per sconfiggere questi muri ma soprattutto per godersi anche di una lettura, non affatto sgradevole, ma piena di passione.

I due personaggi nonostante abbiano dei gusti completamente differenti soprattutto a livello sessuale, riesco ad unirsi ma mano ascoltando uno i bisogni dell’altro soprattutto comprendendo i loro limiti e le loro espansioni. Sono due personaggi che nonostante i vari ostacoli che possono presentarsi come soprattutto il fatto di doversi nascondere, per il fatto di essere due uomini che si amano e per il fatto anche che uno di questi due protagonisti è un ex host, riescono a comunicare e riescono affrontare insieme tutte le difficoltà.

Inoltre è possibile osservare anche come cessione degli insegnamenti in tematica amorosa: infatti c’è il compiacersi, l’accettare l’altra persona e i suoi gusti particolari e soprattutto fare qualcosa affinché l’altra persona sia felice e penso che questi argomenti non devono essere scontati.

La cura della casa editrice nei confronti di questa storia è davvero eccezionale, sono riusciti a riprodurre la bellezza della edizione giapponese e soprattutto la traduzione è molto buona.

36000 secondi al giorno

La primavera ormai è arrivata da un po’ e cosa possiamo leggere per rimanere in tema di amore? Sappiamo tutti che spesso nei manga e negli anime la frase più famosa è ” È arrivata la primavera ” per intendere proprio il passaggio in cui iniziano ad evolversi le emozioni fino a diventare amore.

Bene, con questa mia introduzione oggi voglio parlarvi del nuovo shojo portato in Italia dalla MagicPress “36000 secondi al giorno”.

copertina

Trama:

A causa di un’esperienza che gli ha spezzato il cuore, Nishina pensa che l’amore sia solo una rottura e piuttosto che pensare a trovarsi una fidanzata, preferisce trascorrere le giornate a scuola leggendo shojo manga dall’inizio alla fine delle lezioni.

Cosa ne penso?

Ingresso alle ore 8:00, uscita alle ore 18:00.

Se siete in cerca di una lettura leggera, ma che allo stesso tempo vi faccia ridere e vi tenga compagnia con un pizzico di romanticismo, sicuramente questo nuovo titolo portato dalla MagicPress può fare per voi.

Una commedia romantica che ha 4 protagonisti particolari che nel loro pieno della adolescenza vorranno evitare l’amore perché ritengono che sia ‘un fastidio’ per poi cadere nella sua trappola.

Sono giunti in un ex liceo femminile, quattro ragazzi che vengono etichettato sotto il nome di il club degli sfigati perché le loro idee sono abbastanza particolari e fuori dalla norma.

36000 secondi al giorno

La storia verte attorno alla vita scolastica e amorosa di quattro adolescenti: Yuuri Nishina, Aoi Shida, Mashiro Kagami e Shin Mayana.

Il protagonista Nishina è un ragazzo particolare, sostiene che non vuole la ragazza e se ne frega altamente dell’amore perché sostiene che a scuola deve trascorrere circa 36.000 secondi al giorno tra chiacchiere e scherzare, o leggere il manga a oltranza o magari accompagnato dei con succo di frutta e dolcetti che sono tutti modi ben più costruttivi di avere una ragazza.

Da grande amante dei manga romantici con le sue follie nella mente, decide con il suo gruppo che come tematica del giorno per il loro club “bisogna verificare se è possibile innamorarsi a prima vista da ragazzo dopo aver sbattuto contro mentre giri l’angolo con il pane in bocca” che è una scena tipica dei manga classici shojo.

36000 secondi al giorno

Hanno verificato se effettivamente questa scena clichè possa portare dei benefici e possa farti incontrare l’amore della tua adolescenza, difatti il nostro protagonista effettivamente si scontra con una ragazza, ma al primo sguardo inizia esserci dell’astio tra i due.

I capitoli si volgono in maniera frammentaria, come per raccontare che ciascuna giornata ha dei temi appositi affinché si riesca ad osservare la vivacità di tutti e quattro i ragazzi, i loro pensieri ma anche gli incontri che faranno.

Puoi leggerlo da una prospettiva diversa rispetto ai normali manga shojo. La storia prosegue dal punto di vista di un ragazzo e ritengo che questo aspetto sia davvero intrigante e per nulla scontato!

Avremo dunque un personaggio primario, ma non verranno messi in oscuro gli altri personaggi circostanti e il tutto si muove in maniera di simbiosi affinché si crea una sorta di armonia e coordinamento. L’individualità di ogni personaggio risplende, una stupidità innocente e frizzante.

I disegni sono i classici che possiamo rincontrare negli shojo, le tavole sono pulite, la lettura è molto semplice, la comicità che si intravede in questa storia da quella sensazione di leggerezza.

Una commedia romantica slice of life, definirei.

36000 secondi al giorno

Sono curiosa di leggere il prossimo volume perché in realtà tutti i personaggi sono davvero molto interessanti e molto particolari e mi piace come si va ad affiancare alla quotidianità scolastica anche degli elementi classici, ma mai noiosi e accompagnate sempre da qualcosa di innovativo. Non vedo l’ora di vedere come si svilupperanno i modelli d’amore dei quattro adolescenti!

Miroirs

Miroirs‘ non è solo un manga dai disegni magnifici, ma è un piccolo mondo in cui vengono racchiusi tanti ideali da realizzare.

La nuova uscita Jpop è incentrata sulla creatrice del marchio Chanel e all’interno della storia vi si possono incontrare concetti, evoluzioni, idee, fantasie e tanti altri elementi interessanti e tante curiosità.

copertina

Trama:

Tre storie ambientate nel Giappone dei nostri giorni e ispirate alla vita e alla filosofia di una donna straordinaria: Gabrielle Chanel, iconica stilista, che con la sua visione del mondo ha scardinato stereotipi e limiti imposti dalla società e a creare il luxury brand famoso in tutto il mondo.

Cosa ne penso?

“Non sono scintillante e nemmeno invincibile… Nella mia immaginazione, posso essere qualcun altro.”

La bellezza che nasconde questo volume lo si può percepire già dalla copertina, ma non solo, anche i disegni sono rappresentativi dei significati che si celano all’interno delle storie che vengono raccontate.

Miroirs

Non bisogna pensare che questo volume sia dedicato solo alla moda o un concetto inerente a questa tematica, ma in realtà nasconde tutt’altro mondo. Un mondo in cui il lettore si sente catturato e si sente immerso nelle problematiche che emergono.

Il non sentirsi a proprio agio con il suo corpo, il sentirsi giudicato e soffocato dalla società circostante, il voler non essere etichettata e cambiare sempre la propria personalità o la propria estetica oppure sentirsi una bambina che può viaggiare nell’immaginazione per diventare qualcun altro.

Questo volume nasconde innumerevoli pensieri, innumerevoli idee ed evoluzioni che si intersecano tra una tavola e l’altra.

Il titolo Miroirs deriva dal termine francese che significa specchi, tra le parole associate a Gabrielle Chanel c’è anche questo termine appunto lo specchio è un oggetto che proietta in modo onesto la reale identità di ciascuno di noi e ci fa ricordare che tipo di persone siamo veramente.

Nel primo capitolo incontriamo la storia di una bambina che nella sua fantasia cerca di diventare qualcun altro e il significato che viene associato alla figura di Gabrielle è proprio quella fantasia in quanto durante la sua adolescenza, trascorse monastero dove non aveva la possibilità di incontrare suoi genitori a letto molti libri e con la sua fantasia. Ampliare il suo mondo interiore.

Nel secondo capitolo siamo di fronte a una donna che non vuole essere etichettata, una ragazza che cerca di diventare sempre qualcun altro e così di ampliare il suo mondo e tale ragazza rappresenta che ogni donna ha volti diversi e ciascuno di questi è autentico.

Nel terzo capitolo invece siamo di fronte ad un ragazzo magro, piccolino che non riesce a trovare una identità verso se stesso ed è percosso dalla insicurezza, il significato si interseca nella ribellione e nella emancipazione di coloro che soffrono in quanto sono nati con un aspetto e una sensibilità distante dai valori delle tendenze dell’epoca.

“la tua vita viene decisa senza che tu possa far nulla. E’ tremendo non è vero? Queste mure invisibili si ergeranno diverse volte… E quando succederà, io la batterò! Ancora e ancora!”

Tra le tavole in bianco e nero nascono, come i fiori in primavera, i colori che danno vita a tutte quelle emozioni che si nascondono dietro alle storie, danno vita alle emozioni che trovano una loro via da percorrere.

Il volume si compone come se fosse un art book in formato manga, si possono incontrare delle meravigliose illustrazioni e alla fine anche domande e risposte che permettono di comprendere fino in fondo ciascun significato.

Mi sono decisamente commossa e innamorata di questa bellezza, in quanto le tematiche che vengono toccate sono davvero fragile e tanto sentite nella nostra società odierna e osservare come una grande creatrice di un marchio che viene conosciuto a livello internazionale possa essere stata fonte di queste storie e che queste storie realtà appartengono anche a noi, mi ha fatto sentire molto vicino a questo titolo.

Spesso voltiamo lo sguardo da un’altra parte, a volte non ci avviciniamo volontariamente a certe tematiche e altre volte realtà ignoriamo pure che possono esistere e chi possono realtà far soffrire anche le persone.il non sentirsi ad agio con il proprio corpo, il sentirsi sempre troppo stretto a causa delle aspettative e dei valori che la società sta cercando di trasmettere in maniera sbagliata e anche sentirsi sotto pressione a causa degli sguardi delle persone circostanti, va ad agitare il nostro animo.

Lontananza

In questo articolo blog vi parlerò con il cuore di un titolo che mi ha completamente catturato sotto molti punti di vista. La fragilità e la forza d’animo che emana Vigdis Hjorth con le sue parole, riesce a farvi immergere nella profondità dell’adolescenza e dei problemi con sé stessi e con i propri genitori.

lontananza

Trama:

Dopo Eredità, che ha reso celebre l’autrice a livello internazionale, torna Vigdis Hjorth con il suo ultimo romanzo: una nuova storia di famiglia in cui le bugie, i silenzi e i segreti si sciolgono lentamente sotto il flebile sole norvegese dopo decenni di gelo.

Johanna torna in Norvegia dopo trent’anni di assenza e, rompendo il divieto di contattare la famiglia, telefona alla madre, che ormai ha ottantacinque anni ed è vedova. Nessuna risposta. Per i suoi parenti Johanna non esiste più: è morta quando, appena sposata, studentessa di Legge per volere del padre avvocato, ha mollato tutto per diventare pittrice e si è trasferita nello Utah con il suo professore d’arte, con cui ha avuto un figlio. Johanna ormai è un’artista piuttosto quotata, ma persino i soggetti dei suoi quadri scatenano l’ira dei familiari, che in essi vedono una denigrazione ulteriore nei loro confronti, soprattutto per il modo in cui viene raffigurata la madre. Sono tanti gli argomenti rimasti insoluti che hanno condizionato Johanna nella sua vita di figlia, di donna, di artista e di madre: nella sua mente affiorano antichi ricordi di una donna all’apparenza leggera, spensierata, bellissima, ma quando riesce finalmente a spiegarsi alcuni episodi sconcertanti di cui è stata spettatrice, capisce che la madre non faceva che nascondersi dietro una corazza di convenzioni. Finché il lunghissimo silenzio fra le due donne si spezzerà in maniera violenta in un ultimo, spietato confronto.

Cosa ne penso?

Lontananza è un romanzo verso se stessi.

La lettura di questo romanzo si concentra nella narrazione di sentimenti ed emozioni di vita di una donna che dopo aver passato la sua intera esistenza ad aver perso piccole parti di sé stessa relative alla sua connessione con la figura materna e paterna che hanno comportato una grande evoluzione del suo essere, se riesci a percepire per tutta l’andamento della scrittura come le percezioni e riescono a uscire fuori ed entrare nel cuore del lettore.

Ti trovi in poco tempo, catapultato in un romanzo che tiene sulle spine, romanzo pieno di pensieri ed emozioni negative e che si sviluppano piano piano insieme al passare del tempo e alla crescita della protagonista.un distacco dei classici valori acquistiamo abituati dar conto, come se non andate accordo con un familiare fosse una cosa sbagliata, un concetto che è impossibile accettare.

Un romanzo dalle corde dolci e amare.

Un romanzo dalle spine velenose.

E’ una valanga di agitazione. E’ una connessione verso l’anima.

La protagonista, tra quelle pagine di diario, cerca di trovare indizi per sé stessa e per comprendere se alla fine della sua esistenza, il rapporto con la madre e la sorella può essere risanato. La sua arte urla resistenza, urla rancore, urla tante di quelle emozioni che chi le osserva si sente offeso.

La prospettiva del narratore è quella di Johanna e lei cerca di indovinare, tra un pensiero e l’altro, cosa fa la sua famiglia, cosa pensano e se sua sorella e sua madre la pensano. Non incontra sua madre da 30 anni ma ora Johanna vuole parlare con sua madre, ma sua sorella è contraria. 

Johanna ha fatto delle scelte che l’hanno allontanata dalla famiglia.
Non è diventata moglie di un avvocato come sua madre, e non è diventata una figlia obbediente come la sorella.

Lontananza riesce a mostrare la parte più dolorosa dei sentimenti, la parte più illusoria dei pensieri.

“Chissà cosa sta facendo mentre è distesa sul suo letto e guarda il soffitto” . Pensieri confusi, pensieri destinati all’esistenza che per tempo ha soffocato il suo io.

Il rincorrere pensiero dopo pensiero qualcuno che ti ha eliminato dal cuore. Percorrere il dolore di una infanzia marcia, di una infanzia andata in fumo. Dove il tuo io, non è davvero tuo ma di qualcun altro perché se non sei come vogliono loro allora non puoi essere nessuno.

Testa bacata” ti senti dire tra i sussurri delle urla e poi ti convinci davvero. Ami l’arte ma loro ti dicono che sia sbagliata, ti fai trascinare dalle volontà altrui e poi… poi ritrovi la luce, ritrovi te stessa ma agli altri non vanno bene, non importa se siano la tua mamma e il tuo papà, a loro non va bene se non segui i loro obblighi, e non consigli.

Fino all’ultima pagina, tu lettore, non saprai mai dove Vigdis Hjorth con questa storia voglia portarti. E’ un mistero, il mistero dei misteri.

Tu sei lì, inerte, a leggere pagina dopo pagina dei sentimenti non tuoi ma che in alcuni pezzi sono stati assorbiti dalla tua anima.

Sei lì a leggere del dolore altrui, di un’altra persona, di un’altra vita e non puoi far niente. A volte ti verrà voglia di urlare e chiedere alla protagonista ‘che diamine stai facendo?’, altre volte vorresti chiudere il libro e imprecare dicendo ‘No, non è possibile’, ma queste realtà esistono.

Esistono realtà rotte da piccole parole che diventano grandi fino ad essere addii.

Un racconto che narra della frattura tra una madre e una figlia, un dolore e un rancore che neanche il tempo è riuscito a sanare. Non sempre il detto ‘il tempo cura le ferite’ può risultare efficace.

Secchan

A marzo è uscito “Secchan” edito dalla Jpop. Un volume unico dalla storia triste, ma bella. Un volume che si fa strada tra i manifestazioni, ingiustizie e il desiderio di sostenersi a vicenda.

Il “Se” di Secchan non era il carattere “Se” di Segawa, né quello di Setsuko. e non era nemmeno il Se di Seijogakuen-mae, il posto dove era cresciuta. era il “Se” dell’inizio di “sesso”.

copertina

Trama: 

Nel Giappone post Fukushima, Tokyo è scossa dai movimenti studenteschi. Sullo sfondo del terrorismo e delle preoccupazioni sul nucleare post-Fukushima, la vita di Secchan, ragazza apatica e disinteressata che intrattiene diversi rapporti sessuali occasionali con i suoi coetanei, si intreccia con quella di un ragazzo privo di empatia. Due universitari molto diversi tra loro si avvicineranno, si capiranno, e si perderanno.

Cosa ne penso?

L’autrice Tomoko Oshima in “Secchan” è riuscita a mostrare un mondo senza persone buone o cattive, ma una società composta da persone nella loro quotidianità, nei loro pregi e difetti, nei loro pensieri e nella loro indifferenza.

Dalla prima pagina riceviamo uno spoiler dell’esito della storia, ma questo non fermerà la curiosità di andare oltre.

Akkun e Secchan sono dei personaggi semplici e lineari, immersi nelle loro difficoltà e i loro dialoghi sono brevi, privi di importanza ma naturali. Vengono circondati da situazioni reali, da realtà diverse ma che si intrecciano.

Akkun è un ragazzo che sta nelle sue, immerso nei pensieri e privo di interesse per quello che lo circonda. Secchan è una ragazza che trova delle difficoltà in casa e cerca di esteriorizzare il suo dolore in maniera complessa.

Secchan

Secchan, giudicata con un nomignolo inerente al suo nome, si trova a vagare da un ragazzo all’altro per riprovare delle sensazioni di calore in un abbraccio, Akkun diverso dagli altri, non si sofferma a vedere Secchan come una ragazza facile, ma semplicemente cerca di ‘vederla‘ e questo porterà anche un allontanamento dalla sua ragazza.

Vengono immerse nel contesto la indifferenza e il distacco di Secchan e Akkun verso le manifestazioni, il complesso di dialogo che vi possono essere tra persone che hanno punti di vista diversi, la difficoltà nel farsi immergere dall’ambientazione circostante. Due ragazzi che si sentono fuori luogo e cercano di trovare il loro posto.

Secchan

Lo stile di Tomoko Oshima mi è rimasto impresso nella mente, penso che per un po’ avrò difficoltà a non pensare a questo manga. Il suo stile è semplice, non vaga in linee complesse o in circostanze surreali, ma è puro e dritto. Non gira intorno alle questioni o intorno alle persone, ma mostra con semplicità la realtà, una società quotidiana e con le sue violenze.

Si riesce a percepire un’atmosfera fredda durante la lettura, ma non priva di emozioni. La rappresentazione di una storia triste, ma al contemplo bella.

Durante la lettura sono stata trasportata da emozioni particolari, non semplici da padroneggiare né da definire. Questo manga ti fa sentire così, particolarmente particolare.

Servo e Serva

La vita domestica di Horace Lamb: insensibile, spilorcio, tiranno, è l’unico a ignorare la passione segreta tra sua moglie e il cugino. Patrimoni e matrimoni, tradimenti e crudeltà quotidiane: il meglio di Ivy Compton-Burnett in un romanzo che lei stessa considerava il suo preferito, insieme a Il capofamiglia.

Fazi Editore ha portato in Italia un titolo davvero particolare: Servo e Serva.

servo e serva

Trama:

Il pater familias Horace Lamb, nobile tirannico, sadico e avaro, trascorre le giornate vessando la servitù e i numerosi figli (ma non la consorte: fra i due è lei quella ricca). Insieme a lui e alla moglie Charlotte vive il cugino Mortimer, uomo al contrario molto pacifico, che non si è mai sposato, è nullatenente ed è segretamente innamorato di Charlotte, la quale altrettanto segretamente lo ricambia. Quando la donna parte per un lungo viaggio in America l’equilibrio della casa traballa: il nuovo precettore dei bambini, Gideon, la sua opprimente madre Gertrude e la remissiva sorella Magdalen entrano con prepotenza nelle dinamiche familiari e rimescolano le carte in tavola… E nel consueto gioco di sotterfugi, cattiverie e dialoghi avvelenati che come sempre domina le pagine di Compton-Burnett, la servitù si riserva questa volta un ruolo di rilievo, conquistando a poco a poco la scena e assurgendo al ruolo di irriverente protagonista.
Patrimoni e matrimoni, tradimenti e crudeltà quotidiane: Ivy Compton-Burnett al suo meglio, in un romanzo che, insieme a Il capofamiglia, lei stessa considerava il suo preferito.

Cosa ne penso?

Ci troviamo in un romanzo che ci fa tuffare in una Inghilterra dell’800 non lontana dai nostri problemi moderni d’amore, in una famiglia borghese dove gli intrighi e le delusioni sono nascosti tra le parole, tra la tirannia del padre e l’amore nascosto dalla moglie.

Questo romanzo non si sviluppa come un classico romanzo a cui tutti siamo abituati, in cui l’ambientazione si sviluppa ma mano che i protagonisti pongono in essere le proprie azioni.

È un romanzo che si affaccia come se fosse un’opera teatrale infatti la caratteristica principale di questo titolo è il fatto che non è una narrazione in terza persona ma tutto si basa sulle conversazioni che avvengono tra i protagonisti. Non è un romanzo che butta all’interno della sua storia tanti personaggi, ma rimane lineare sempre sugli stessi e tutte le vicende che si presentano in tale storia tra misteri e amori nascosti, avvolge dal più piccolo personaggio a quello principale.

Una lettura veloce che riesce ad appassionare il lettore perché la metodologia di scrittura dell’autrice britannica certamente permette di cullarsi su un caldo divano e godersi tutto il pomeriggio intero in compagnia di Servo e Serva.

Ho letto queste poco più di 300 pagine in una notte sola e posso dire che ad ogni personaggio, nella sua moltitudine, mi sono veramente affezionata. Nonostante si vada a parlare di tirannia del padre nei confronti dei figli e che abbia rovinato la loro giovane infanzia per poi riuscirsi a riprendere, ma non viene perdonato… ho compreso che aldilà di tutto e dei suoi comportamenti un po’ tossici, mi sono affezionata anche al suo personaggio, d’altro lato abbiamo la pugnalata che riceve dalla moglie in quanto tra intrighi e dolori ha un amore segreto con il cugino del marito.

Tra dialoghi divertenti, con battute dirette e molto vivaci, troviamo anche le figure dei servi che ma mano nella storia prendere una posizione prioritaria tanto da diventare il nucleo in cui si svolge il romanzo. Non rimangono al margine, diventano l’essenza della evoluzione della storia.

Burnett si è dedicata al nucleo essenziale di una famiglia, ai dispetti, alla evoluzione dei pensieri e dei sentimenti, all’evoluzione anche dell’essere umano e del concetto da tirannia a una sorta di flessibilità verso le scelte dell’altro.

Quello che più mi ha affascinato è proprio la privazione dell’ambiente, la fragilità su cui si costituisce la tematica oggetto della storia e la dinamicità delle conversazioni che ti fanno rispecchiare e ad entrare come se tu stesso fosse un personaggio della vicenda.

Ovviamente è un grande posto ce l’ha anche la traduzione che fatta in maniera eccellente, senza sbavature e senza frasi che non abbiano un senso compiuto.