Padri

Se siete in cerca di un romanzo che vi tenga sulle spine e che vi tenga compagnia in queste sere in cui si sta avvicinando l’estate, volete leggere qualcosa di particolare e di diverso, qualcosa di profondo e che mi trasmette delle emozioni allora continuate a leggere questa recensione.

Padri” di Giorgia Tribuiani edito dalla Fazi Editore, è una scoperta da non farsi sfuggire.

Trama:

È un pomeriggio di primavera quando, con lo stesso corpo e la stessa età del giorno della propria morte, Diego Valli risorge. Si risveglia sul pianerottolo di quello che era stato il suo appartamento, tira fuori le chiavi, prova a infilarle nella serratura ma si trova faccia a faccia con il figlio Oscar, lasciato bambino e invecchiato ormai di oltre quarant’anni. Da qui, ha inizio una vicenda di riconciliazioni e distacchi, una storia intensa e sincera sul rapporto tra padri e figli e sulla necessità del perdono.
Una volta riconosciuto il padre, Oscar affronta il comprensibile straniamento aggrappandosi alle incombenze della quotidianità, mentre Clara, sua moglie, non crede al miracolo e si oppone all’idea di ospitare in casa uno sconosciuto. A complicare le cose, si aggiunge l’arrivo di Gaia, la figlia della coppia, che torna nella città natale per trascorrere le vacanze. Di nascosto dalla madre, che è spesso via per lavoro, Gaia finalmente ha l’occasione di conoscere suo nonno: un uomo profondo, amante della musica, più simile a lei di quanto sia mai stato suo padre. Oscar, al contrario, scoprirà aspetti di Diego che non pensava gli appartenessero.
Dopo il perturbante e vertiginoso Blu, Giorgia Tribuiani torna con un romanzo dalla prosa tesa e accattivante che si appunta su una storia a tre voci di rabbia e dolore, parole non dette e seconde occasioni. Una riflessione sulla famiglia dalla trama originale in bilico tra realtà e impossibile per un’autrice che, come poche, sa scavare nell’animo umano per far emergere il rimosso e stimolare la comprensione con uno stile personale notevole e a tratti sorprendente.

«Padri testimonia come in minime storie possono rivelarsi spazi immensi. Un libro d’amore in senso largo, come accettazione e accoglienza dell’altro, quindi comprensione dell’umano al di là del proprio perimetro individuale. Certo c’è anche di più: la voce del perdono, la generosità di offrire sempre altre occasioni di fronte alla mancanza, all’assenza, ai sempre possibili errori che accompagnano i giorni che ci sono dati. Alla fine, verrebbe solo da dire, da parte di chi scrive come di chi legge: non è niente, è la vita soltanto».
Remo Rapino

Cosa ne penso?

Una volta che si inizia questo romanzo è impossibile fermarsi, ogni parola ti porta a leggere quella successiva fino a terminare il libro.

Sicuramente è una storia molto suggestiva, tra l’altro parla di un salto temporale molto particolare e dei personaggi che con il loro carattere così spontaneo e loro pensieri così reali, vi faranno venire i brividi.

Parla di occasioni perse, di occasioni recuperate, di opportunità nuove e di conoscenze da non abbandonare. Difficoltà che ci potrebbe essere di fronte ad una perdita per poi essere catapultati in una realtà in cui quella perdita appartenente a passato, di quel corpo che prima giaceva in una bara e adesso è vivo e vegeto di fronte a te e ti sta salutando.

Spiegato in questa maniera molto superficiale penserete che in realtà questo romanzo rientra particolarmente del genere thriller e non in una narrativa, ma è qui che vi state sbagliando.

In realtà è semplicemente una riflessione inerente alle relazioni che intercorrono all’interno della famiglia, tra madre e padre, tra madre e figlia, tra figlia e padre, tra padre e padre. Un romanzo che si alterna fra impossibilità in realtà, tra illusione e pazzia, tra opportunità e fragilità.

La scrittrice realizza una narrazione molto veloci, non si sofferma in realtà molto sui particolari o sugli ambienti circostanti ma cerca di affrontare questa tematica e questa storia in maniera molto confidenziale con il lettore.

Infatti non troverete dei simboli che annunceranno una conversazione, ma troverete un testo compatto che scorre velocemente, che i vostri pensieri iniziano essere coordinati in simbiosi con la lettura che state affrontando.

I personaggi sono sempre in cerca del contatto, dell’amore, di sentimenti puri e reali che non vengono distinti e combinati con i sogni. Cercano qualcosa di concreto a cui acchiapparsi e affidarsi.

Il tutto nasce con una classica famiglia composta da madre, padre e una figlia universitaria che ogni tanto decide di tornare a casa a fare compagnia ai suoi genitori. Un giorno però, sentiranno bussare alla porta e una volta aperta, si trovarono di fronte un signore che ha lo sguardo confuso, convinto che quell’appartamento fosse la sua abitazione per poi scoprire che in realtà non è così.

Si potrebbe pensare che sia un ubriacone, già qualcuno che sta giocando un brutto scherzo ma osservandolo bene quell’uomo davanti alla porta è Diego Valli, il papà di Oscar, deceduto parecchi anni prima quando Oscar aveva solamente otto anni.

“Padri” incalza perfettamente il rapporto morboso, classico, pieno di fragilità e di emozioni particolari struggenti che possono vivere all’interno di una famiglia. Le difficoltà, i litigi, le verità.

Questo titolo lo consiglio per chi vuole approfondire la tematica della famiglia, dei rapporti che intercorrono tra un soggetto all’altro, delle verità nascoste o delle verità che pensiamo di conoscere.

Boy meets Maria

È arrivato un italiano uno volume assolutamente da non perdere, edito dalla StarComics il suo nome è ‘Boy meets Maria‘.

Un volume che quando lo concluderete vi farà sentire vuoti, vi farà scendere delle lacrime, vi arricchirà l’anima.

copertina

Trama:

Taiga Hirosawa è uno studente quindicenne scapestrato al suo primo anno di scuola superiore. Un giorno, assistendo alla performance del club scolastico di teatro, rimane affascinato da una talentuosa ballerina e attrice…salvo poi scoprire che in realtà è un lui!

Cosa ne penso?

Boy meets maria è drammatico, ironico, educativo.

Boy Meets Maria

Un mix di atmosfere che ti aiuteranno ad affrontare due tematiche chiave molto strong che può turbare la sensibilità di alcuni lettori.

Se non vuoi piangere durante la lettura, se non vuoi affrontare qualcosa di particolare ma hai bisogno di immergerti in qualcosa di tranquillo allora non iniziare questo titolo.

A fine lettura ho sentito i miei sentimenti turbati. In realtà era come se dentro di me si fosse creato una barriera di lacrime che veniva stimolata da attimi di gioia.

Nel centro della lettura, nel momento più profondo, ho sentito il mio cuore spezzarsi. Ho pianto. Un pianto quasi liberatorio per me e per la situazione dei protagonisti.

Mi è già capitato nel tempo, di leggere storie che raccontassero di persone “indefinite” e ogni volta sento una forte empatia nei confronti dei loro sentimenti perché mi pongo tante domande a cui da sola non so darmi una risposta.

Boy meets maria è così. Una ventata gelida di bellezza ma anche di oscurità.

Boy Meets Maria

Un racconto frammentato che permette di ricostruire l’anima di Taiga e di Yu, le loro lotte interne, i loro valori, le loro evoluzioni.

I supereroi. Sono sempre stati un punto di riferimento per i bambini e quando si vuole diventare uno di loro a volte si trova tanto orgoglio che nel momento in cui quel sogno ti viene infranto, ti senti vuoto dentro.

Questo è Taiga, un ragazzo cresciuto osservando con occhi luccicanti i supereroi dei cartoni, con una idea ben precisa in testa di voler difendere la persona a lui cara.

Dall’altro lato abbiamo Yu, soprannominato “La grande Maria” che con grande agilità riesce sia a danzare con grazia e femminilità e a ricoprire nella recitazione, i ruoli femminili.

Boy Meets Maria

Il suo passato tumultuoso, angosciante. Una strada piena di detriti che hanno lacerato piano piano il suo essere, ma che grazie alla carica di coraggio e di vitalità di Taiga, riuscirà a scoprire nuove parti di se stesso che non abbandonerà mai più.

Boy meets maria è la prosa del coraggio, vorrei così definirlo.  

Non è solo una lettura forte, come ho detto precedentemente si alterna anche in attimi di ironia e commedia. Nello sfondo troveremo i compagni di classe che si sentono turbati da come etichettare Yu. 

Questo ci fa comprendere come nella società la gente da molto valore, sbagliando, a come etichettare qualcosa o qualcuno … ma la cosa fondamentale non è essere noi? Io sono io, e va bene così. 

Posso essere anche un magnifico unicorno, non importa. 

Qui, nel contesto, c’è un messaggio educativo che suona a grande voce “A Yu piacciono le torte”. Detto così sembra una frase senza senso, ma in realtà nel contesto discorsivo in cui si dilaga ha un forte impatto emotivo.

Taiga sta spiegando ai suoi compagni che Yu può essere quello che vuole, una ragazza o un ragazzo, ma non cambierà il fatto che è la persona che decidere di essere.

Troveremo anche i due amici di Taiga che ci aiuteranno a smorzare la situazione tra una risata e l’altra, potrei definirli due comici di grande vedute che cercheranno di smuovere le acque e far capire a Taiga di cambiare modo di vedere le cose.

Maria, Yu. Indipendentemente dal ruolo che vuole ricoprire nella sua vita, si trova ad affrontare un passato che con forza gli ha imposto dei vincoli. 

Per favore, amate le persone per quello che sono e non per quello che voi vorreste che siano.

Che siano uomini o donne o genere indefinito, non importa. Ognuno è splendido a modo suo Boy Meets Maria ci educa in questo.

In cucina con i bento dello Studio Ghibli

Siete gli amanti della cucina giapponese ma non sapete mai come creare quei gustosi piatti a casa vostra? Allora non potete perdere assolutamente questa nuova edizione della Kappalab con le magnifiche ricette con dei disegni davvero molto particolare che stuzzicano sia la creatività non che anche l’acquolina.

Trama:

Dal norimaki di pollo allo tsuta age di gamberi, dal teriyaki di zucca all’asazuke di ravanello, dal nori daikon mochi ai gyoza, fino al kabayaki di sgombro, tante ricette di cucina giapponese per creare bento originali ispirati ai personaggi dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki e Isao Takahata.

Con la parola bento si intende comunemente quello che in occidente viene considerato il “pranzo al sacco”. Più nello specifico, con la parola bento viene identificata la scatola stessa in cui sono inserite le pietanze che devono essere consumate fuori casa, al lavoro o a scuola, ma anche il cibo in essa contenuto.

In questo libro ci occuperemo di una categoria di bento molto particolare: i kyaraben o charaben (bento dei personaggi) dedicati agli indimenticabili protagonisti dei film dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki. 

Da il mio vicino Totoro a Ponyo sulla scogliera, da Principessa Mononoke a Il castello errante di Howl, tutti i cartamodelli e le ricette giapponesi per imparare la famosa arte del bento.

Cosa ne penso?

A fronte delle 144 pagine contenute in questo libro, possiamo trovare tantissime ricette che smuoveranno la nostra creatività e non che anche il nostro stomaco.

Se volete assolutamente riprodurre quei magnifici piatti gustosi ma soprattutto con una grande creatività come raffigurazione dei vostri personaggi preferiti dello studio ghibli, tanti gusti e tante salse da poter assaporare comodamente dalla vostra cucina allora non potete assolutamente non sfogliare questo magnifico libro pieno di illustrazioni.

Già la copertina ci presenta una estetica e un design davvero molto curato e assolutamente da avere da nostra libreria.

Partendo già dalla prima pagina possiamo osservare che abbiamo di fronte annoi un sommario composto da una introduzione, il ricettario, i Bento dello studio ghibli con una grande vastità di ricette.

A pagina cinque e troviamo subito il bento e le sue origini quindi a fronte di vari disegni che accostano il lato destro del testo, possiamo trovare la parola Bento come viene scritta, cosa significa, quali sono le sue origini, qual è l’utilizzo dello hoshi-ii, E soprattutto viene spiegato che in queste pagine ci si occupa delle varie categorie di bento molto particolari.

procedendo con la nostra bellissima lettura possiamo trovare la regola giapponese del 4.2.1, una piccola regola che spesso ritroviamo anche negli anime, come comporre il vento e quindi come creare anche figure dolcissime che vanno ad arricchire esteticamente il nostro piatto, come usare questo libro e il materiale e strumenti.

Le ricche informazione non si fermano solamente a questo perché vengono annunciati i personaggi ossia gli ingredienti da utilizzare, come modellare il riso, la frittata da disegno, i coloranti naturali quindi come creare il rosso, rosa o fucsia, l’arancio, il giallo etc.

Penso che la parte che più mi sia piaciuta è proprio il tutorial inerente alla creazione dei piccoli totoro sia quello di colore blu e sia quello di colore bianco.

La cosa interessante è che questo libro di ricette si sia particolarmente ispirato ed è dedicato ai vari film realizzati dallo studio ghibli:

  • totoro
  • nekobus
  • ponyo
  • marco
  • kaguya
  • jiji
  • san

E tantissimi altri titoli ancora! Possiamo essenzialmente osservare un rapporto fra i film più acclamati e i bento che si possono realizzare rappresentando i nostri personaggi preferiti.