La Fazi editore si cura ormai da tempo dei titoli della scrittrice Mazo De La Roche – scrittrice canadese di lingua inglese. – ed è tornata con il nuovo titolo ‘Il padrone di Jalna‘.
Un interessantissimo scritto composto da 414 pagine intrinseche di sentimentalismo mettendo a nudo la società e il cuore delle persone.

Trama:
È primavera inoltrata a Jalna, e Renny Whiteoak passeggia nella tenuta. Dopo la scomparsa di Adeline ha preso in mano le redini della dimora e dell’intero clan. Il denaro scarseggia e le preoccupazioni domestiche sono all’ordine del giorno; eppure, non può fare a meno di provare gioia e soddisfazione mentre calca quei sentieri che sente suoi, percorsi da lui e dai suoi cari per decenni, tracciati dalla famiglia dove prima c’erano solo foreste: sentieri che sono stati testimoni di scene di ogni tipo, pensa sorridendo fra sé e sé. Così, quando l’amministrazione locale decide di abbattere le querce secolari nei pressi della tenuta per allargare la strada che la costeggia, Renny non ci sta: quegli alberi fanno parte della storia dei Whiteoak. Li proteggerà dall’abbattimento, costi quel che costi. Nel frattempo, il suo rapporto con Alayne si fa sempre più complicato: l’attitudine da donnaiolo non aiuta, e anche la gestione della figlia è terreno di scontro. La piccola Adeline, che ha ereditato i capelli rossi, la forza di volontà e il carattere feroce dell’omonima bisnonna, è una mina vagante. Dal canto suo, invece, Wakefield ha presto messo da parte l’amore per la poesia in favore di una scoperta ben più appassionante: le ragazze. Una in particolare. E mentre i giovani di casa vanno avanti ognuno per la propria strada, gli adulti sono divisi da antichi risentimenti… Nuovi intrighi e nuovi conflitti, conditi come d’abitudine da dissapori e tradimenti, attendono i membri della famiglia Whiteoak in questo quarto, imperdibile capitolo della saga di Jalna.
Cosa ne penso?
La scrittura selvaggia e diretta di Mazo De la Roche ci catapulta in pochi secondi in un romanzo passionale che ci lascerà senza fiato. Una saga familiare che riesce a sorprendere pagina dopo pagina con un mutamento degli eventi e dei personaggi in maniera imparagonabile e calzante.
La nudità dei personaggi verte sul fatto che sono così semplicemente egoistici, egocentrici e a volte irritanti. Non sono personaggi fortemente positivi, bensì estrinsechi di sentimenti negativi e di una complessità non indifferente. – personalmente ho apprezzato molto questo tratto –
Niente è perfetto e di certo non lo è neanche questa famiglia canadese che continueremo a scoprire piano piano.
Il padrone di Jalna è stato pubblicato nel 1933 è il decimo libro cronologicamente della serie. Gli eventi si svolgono nel 1932.
Un quarto volume che si colora di ritorni e incontri, intrecci e tradimenti, problemi economici che mettono a dura prova l’animo umano e legami che si spezzano fragilmente.
E così confessò il suo amore in cucina, in mezzo ai vapori del cibo e all’odore del sugo, con lo sguardo fisso su un tavolo ingombro di pentole e stoviglie, mentre la domestica litigava con Rags che era venuto da Jalna per servire a tavola.
Il litigio sulle proprietà, la conquista del proprio territorio. Il padrone di Jalna si apre con la problematica connessa ai loro alberi secolari che potrebbero scomparire per dare spazio alla civiltà, all’evoluzione e alla strada. Un pensiero che turba la famiglia, che incasina i loro cuori.
I romanzi di Mazo de la Roche sono immersi nel classicismo, con la loro aria fresca e vintage ti fanno rivivere vecchie letture di altri tempi con un occhio verso l’umanità odierna. Non è semplice saper affrontare in maniera decisa e mai decadenziale una narrazione composta da più sezioni dove mostra l’evoluzione della saga familiare nonché anche dei rancori e dell’umanità che si cela dentro ogni personaggio.
Ci ritroviamo a seguire le storie di ciascun personaggio, ognuno intraprende un percorso a sé e si sviluppa all’interno di un arco narrativo proprio, indissolubilmente legato alle sorti della famiglia Whiteoak e di Jalna.
La famiglia è particolare e la serie ti accompagna attraverso diverse generazioni che ti permettono di far luce sulla umanità e la realtà di cui si macchiano i personaggi, come se si stesse leggendo il riflesso di vita quotidiana di qualsiasi altra famiglia.
Roche aveva questo modo incredibile di descrivere ambientazioni e personaggi. Non ha mai descritto nulla in modo eccessivo, ma ha dato alla casa e alle persone all’interno una sensazione stravagante che fa sentire il lettore come se fossero lì e condividessero l’esperienza.