Le indagini del Marlow Murder Club

Diciamoci la verità non è semplice trovare un libro che sappia davvero conquistare lettore e che abbia anche una nota di comicità all’interno di investigazioni e omicidi misteriosi, ma sono qui per risolvere il problema: ‘Le Indagini del Marlow Murder Club‘ edito Fanucci Editore, mi ha conquistata!

Le indagini del Marlow Murder Club - Robert Thorogood

Trama:

Judith Potts ha settantasette anni ed è beatamente felice. Vive da sola in una villa un po’ dimessa appena fuori Marlow, non c’è nessun uomo nella sua vita che le dica cosa fare o quanto whisky bere, e per tenersi occupata crea i cruciverba per i giornali nazionali. Una sera, mentre nuota nel Tamigi, è testimone di un brutale omicidio. La polizia locale non crede alla sua storia, così decide di investigare da sé, e ben presto a questa missione si uniscono Suzie, una dog-sitter dal cuore puro, e Becks, la sobria e composta moglie del parroco. Insieme sono il Marlow Murder Club. Quando un altro cadavere viene ritrovato, si rendono conto di avere per le mani un vero e proprio serial killer. E l’enigma che volevano risolvere diventa una trappola da cui potrebbero non trovare via d’uscita…

Cosa ne penso?

Ero alla ricerca di una lettura particolare e chi potesse coinvolgermi in maniera frizzante e creativa, mi sono addentrata in Le Indagini del Marlow Murder Club dello scrittore Robert Thorogood ed è stato subito amore.

Durante la lettura mi sono fatta coinvolgere dagli attimi di comicità di cui si arricchisce la scrittura dell’autore in grado di smorzare la tensione derivante dagli omicidi e dalle investigazioni senza uscita.

Se siete appassionati di investigazioni e dai modus operandi di ricerca della polizia e volete ricoprire il ruolo di un investigatore, allora questa lettura può fare al caso vostro perché le nostre eroine non sono dei poliziotti, ma bensì delle comuni cittadine che non riescono a farsi i fatti propri.

Un romanzo rompicapo che riesce a sorprendere il lettore in qualsiasi momento, ricco di momenti evolutivi, divertenti, ben studiati e strutturati ma soprattutto tutte le carte in tavola verranno capovolte e mischiate da momento all’altro.

La nostra protagonista Judith Potts è una donna di 67 anni con un carattere vivace e schietto, mentre giace nella sua grande villa apposta vicino al Tamigi sente uno sparo proveniente dalla casa del suo vicino che si trova dall’altra parte della sponda del fiume.

Da quel momento iniziano i segnali in cui la nostra protagonista capisce che per far salire a galla la verità c’è bisogno di una mano ,anche se la polizia all’inizio sembra essere titubante nel coinvolgere in un caso investigativo una comune cittadina, ma la sua determinazione non si ferma neanche davanti agli ostacoli o limiti dettati dalla legge, in tutte le maniere la nostra protagonista, affiancata da incredibili e coraggiose amiche, riuscirà a trovare il colpevole.

Judith inizia a investigare privatamente correndo da una parte all’altra cercando di scovare l’assassino prima che quest’ultimo possa commettere una nuova vittima, ogni volta che si avvicina a una prova importante questa diventa inaccessibile sfumando qualsiasi possibilità di raggiungere la verità.

Bisogna risolvere un mistero che collega tre omicidi, vittime che in qualche modo sono connesse tra di loro ma allo stesso tempo non lo sono. L’apparenza può ingannare e nella piccola cittadina di Marlow in cui la vita quotidiana dei suoi cittadini si trascina di giorno in giorno nella normalità, tra le sue strade si cela un assassino che si porta dietro un credo.

Lo stile narrativo di Robert Thorogood è davvero spaziale, riesce a creare una tensione magica che si affievolisce grazie alla complicità delle battute tra i personaggi o delle varie situazioni ma che riesce a mantenere solida l’interesse verso le investigazioni e verso le connessioni che vengono effettuate dai personaggi per uscire a trovare il colpevole. Un romanzo che si legge tutto d’un fiato, soprattutto per chi è amante di questo genere troverà una lettura scorrevole che non si macchia solo di omicidi ma anche di altre tematiche come l’amicizia, il coraggio di prendere una posizione della propria vita e nell’essere più altruisti.

La protagonista per me è un ideale di donna molto particolare, siamo di fronte a una donna adulta dall’età di 67 anni che vive beatamente nella sua villa ereditata e che ha un passato turbolento ma questo non è motivo di abbattimento del suo animo perché ciò che le ha passato è una nota che la resa ancora più coraggiosa e diretta della vita che lei sta affrontando tutti i giorni. Mi piace come sia stata rappresentata anche l’amicizia fra le donne che si conoscono e cercano di investigare insieme sugli omicidi, vengono rappresentate tre donne completamente diverse con pensieri diversi e anche ideali diversi ma questo non è motivo di contrasto tra di loro ma bensì di unione.

Ciò che mi piaciuto maggiormente è sicuramente la nota di comicità che non è comune nei libri di questo genere, credo che sia un elemento che possa sgrammaticare la tensione che si viene a creare ma soprattutto che rende la lettura più alternante cercando di non appesantire troppo la lettura stessa.

A chi suggerisco questo libro? Sicuramente a chi vuole scoprire per la prima volta quest’autore, a chi cerca una lettura che possa essere una lettura di mezzo tra altri titoli ma soprattutto chi vuole scoprire un romanzo che valga la pena davvero di avere in libreria.

La collezionista di anime

Siete alla ricerca di libri dedicati al folklore giapponese per iniziare questo Settembre con il botto? Cercate delle ambientazioni oscure, enigmatiche, particolari e profondamente radicate nel Giappone del fine Ottocento?

La nuova uscita della Fanucci editore “La collezionista di anime” farà al caso vostro!

Chi è Kylie Lee Baker? Kylie Lee Baker è cresciuta a Boston e da allora ha vissuto ad Atlanta, Salamanca e Seoul. Il suo lavoro è influenzato dalla sua eredità (giapponese, cinese e irlandese) e dalle sue esperienze di vita all’estero sia come studente che come insegnante. Ha una laurea in scrittura creativa e spagnolo presso la Emory University e sta conseguendo un master in biblioteche e scienze dell’informazione presso la Simmons University. Nel tempo libero suona il violoncello, guarda film dell’orrore e prepara troppi biscotti. Il custode della notte è il suo romanzo d’esordio.

Trama:

Metà mietitrice britannica, metà shinigami giapponese, Ren Scarborough ha raccolto anime per le strade di Londra per secoli. Ci si aspetta che obbedisca alla dura gerarchia dei mietitori che la disprezzano, perciò Ren nasconde ogni emozione ed evita i suoi aguzzini come meglio può. Quando perde il controllo delle proprie abilità shinigami lascia Londra e fugge in Giappone per cercare l’accoglienza che non ha mai ricevuto dai suoi compagni mietitori. Seguita dal minore, l’unico a prendersi cura di lei, Ren entra negli inferi giapponesi per servire la dea della Morte… ma scopre che anche qui deve esserne degna. Determinata a guadagnarsi il rispetto, – trovare ed eliminare tre pericolosi spiriti yokai – e fino a che punto è disposta a spingersi per accettare accettare il suo posto al fianco della morte. Una ragazza collezionista di anime, divisa fra due mondi, cerca il suo destino in questa dilogia dark fantasy ambientata nel Giappone di fine Ottocento.

Cosa ne penso?

E’ un libro emotivo e inquietante da scoprire e da leggere durante la notte soprattutto grazie all’accattivante ambientazione nel folklore giapponese e la particolarità dei suoi personaggi, la grande maestria di scrittura di Kylie Lee Baker ma soprattutto per i temi particolari che si celano al suo interno.

Ci immergiamo già dalle prime pagine in un contesto dark fantasy molto particolare e intrigante che ha come protagonista Ren Scarborough una metà mietitrice britannica e metà shinigami giapponese. Questa particolarità mi ha incuriosita fin da subito in quanto l’autrice stessa scrive dalla propria esperienza di essere birazziale, ma francamente la discriminazione nei confronti di Ren mi ha lasciata un po’ dubbiosa perché pensavo che fosse limitata per una parte del romanzo e non che fosse una presenza così costante, nonostante ciò questo sentimento così negativo porta la protagonista a compiere azioni senza logica.

In realtà in mezzo a questa solitudine di anime disperse e raccolte, c’è una persona che si connette al cuore di Ren ed è proprio suo fratello Neven, entrambi condividono uno status negativo verso loro stessi perché anche Neven non si sente accettato perché il lavoro di morte non fa per lui.

Dopo alcuni eventi in cui la protagonista inizia ad essere ricercata dai Razziatori, ci si sposta da Londra al Giappone – con due realtà completamente differenti – con l’obiettivo di conoscere quel lato shinigami che le appartiene, ma la realtà che affronterà è ben lontana da quella che il suo cuore desidera: viene derisa anche in questo luogo. Non c’è pace per la solitudine e l’angoscia di Ren che nonostante i suoi sforzi, non riesce a trovare un luogo sicuro.

Tuttavia c’è un mezzo per raggiungere l’accettazione: portare a termine la missione che la Dea della Morte le ha affidato ossia trovare ed eliminare tre demoni Yōkai che stanno minacciando la pace. In questa missione non si troverà sola e inizieremo a ben capire quanto sentimento di protezione c’è tra i due fratelli.

Durante la lettura scorrevole e vivace faremo la conoscenza di vari racconti che riflettono il folklore giapponese: la volpe a nove code, la tradizione sui Razziatori, Shinigami e tanto altro ancora.

I personaggi non sono umani, dunque non agiscono come se lo fossero, salvo Neven. Aaaah, Neven ha un cuore sensibile ed è davvero facile simpatizzare per lui. Ehi, ma nella storia non ci sono solo Ren e Neven, ma anche Hiro. Un personaggio un po’ bizzarro, ma che ha un suo perché, tuttavia l’esito della sua storia d’amore con Ren è davvero scontato, ma piacevole da leggere.

Mi piace il fatto che siano freddi, particolari e che ognuno abbia la sua caratteristica che lo differenza. Ho apprezzato che non si sia racchiuso intorno alla nascita di una storia d’amore tipica dei libri YA, ma abbia sprofondato le sue radici nel rapporto tra fratelli.

Si può descrivere “La collezionista di anime” come un ya fantasy che si intreccia tra tematiche di famiglia, mitologia, appartenenze. E’ ambientato nel 800 quindi i concetti di diversità sono molto forti e questo è uno dei motivi per cui Ren combatte per sopravvivere contro certe discriminazioni. Se si apprezza il lato tradizionale e artistico delle storie Giapponesi direi che questo titolo fa proprio al vostro caso.

Ho trovato alcune note stonanti durante la narrazione che mi hanno leggermente delusa come ad esempio la situazione in cui Ren è strisciata attraverso un tunnel di ventilazione sopra un gruppo di Razziatori per fuggire, ma in realtà si comprenderà che i Razziatori hanno un udito incredibile e possono sentire i battiti del cuore da lontano, ma anche la mancanza di un climax decente che facesse risollevare la tensione durante la narrazione… il finale per me è un grande no, ma essendo una duologia probabilmente il tutto verrà spiegato successivamente.

Tuttavia consiglio la lettura per chi vuole addentrarsi nel Giappone del 1800 e affrontare tematiche birazziali con una protagonista particolare.