Yuri is my job

Il mondo dello yuri si sta espandendo e Starcomics ci sorprende con il titolo ‘Yuri is my job‘ in uscita contemporaneamente con l’anime distribuito da Crunchyroll. E’ possibile recuperare l’opera nella box contenente i due volumi o ciascun volume singolarmente.

E’ un’opera composta da 12 volumi in corso.

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Trama:

Hime è la principessa della scuola: ammirata da tutti, non sbaglia mai. Così, quando ferisce accidentalmente Mai, la manager di un caffè, è pronta a sdebitarsi lavorando per non rovinare la sua reputazione. Hime scopre che si tratta di un locale a tema, dove lo staff tutto al femminile finge di frequentare una scuola privata per accontentare al meglio i clienti. Sotto la guida della ragazza più graziosa, Hime non può far a meno che arrossire ed essere goffa. In questo nuovo ambiente scopre ogni giorno qualcosa di nuovo sul suo lavoro e sui suoi sentimenti.

Cosa ne penso?

Mi piace lanciarmi in nuove sfide e svariare sempre i miei generi di lettura, ma oggi voglio parlarvi di “Yuri is my job”. 

Yuri Is My Job!

La Starcomics ci ha portato questo delizioso Yuri in Italia in concomitanza con l’anime prodotto da Crunchyroll. 

Solitamente lo Yuri non è esattamente uno dei primi generi che leggo con frequenza, ma questo mi ha davvero fatto ridere!

L’opera si presenta come una commedia scolastica che si concentra su tre focus: caffetteria scolastica, ragazze carine e illusioni.

Yuri Is My Job!

In primis ci verrà presentata la protagonista, una ragazzina super carina che riesce ad ammagliare qualsiasi persona posi lo sguardo su di lei. Dai capelli lunghi e mossi, il suo vero obiettivo è riuscire a sposarsi un uomo ricco e ottenere una posizione prestigiosa e per questo motivo rifiuta tutti i ragazzi che si dichiarano.  – un po’ la capisco sinceramente. 

Mi piace che la protagonista non sia la solita scellerata un po’ confusa, ma che sia una ragazza che ha delle idee salde e molto chiare e mira verso la vittoria del suo obiettivo!

Tuttavia questa quiete di vita solare viene disturbata da un incontro: difatti si scontra contro una ragazza, quest’ultima si “rompe” un braccio e la nostra protagonista finisce a lavorare part-time presso una caffetteria alquanto particolare.

Yuri Is My Job!

Non è tutto rosa e fiori, una narrazione calzante che vibra tra momenti comici e momento un po’ più seri ci presentano le varie sfaccettature dei caratteri delle ragazze che lavorano in questo cafe particolare.

La prima regola è non dire a nessuno del proprio lavoro, ma in meno di tre secondi la nostra piccola star riesce a frantumare questa regola. (Ci vuole molto impegno a non farsi beccare e diciamo che lei non è molto furba). 

Il suo carattere un po’ egocentrico in realtà nasconde un lato imbranato e combina guai e il suo vero “io” viene in poco tempo smascherato e si troverà a fare i conti con la realtà: verrà odiata da tutti?

La storia è ricca di momenti comici e soft, molto piacevole da leggere e da gustarsi anche nella versione anime. I disegni sono molto dettagliati, carini ed estroversi anche nel mostrare le emozioni dei vari personaggi.

Yuri is My Job!

Twilight Out Focus

Sei alla ricerca di un boy’s love elettrizzante e che ti faccia palpitare il cuore? La scelta ricade sicuramente sulla nuova uscita Jpop intitolata ‘Twilight Out Focus‘, una meravigliosa storia resa ancora più unica grazie alla box della Jpop con all’interno tre illustration + instagram pvc card e i due volumi ‘Twilight Out Focus’ e ‘Twilight Out Focus Overlap’.

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Trama:

Mao Tsuchiya e Hisashi Otomo sono compagni di dormitorio. Hisashi è gay, così i due hanno stabilito alcune regole di convivenza: per prima cosa, Mao non dovrà svelare a nessuno il segreto di Hisashi; come seconda regola, Hisashi non dovrà interessarsi a Mao; inoltre nessuno dovrà interferire nei bisogni personali e sessuali dell’altro. Tutto sembra procedere tranquillamente finché il club di cinema, di cui anche Mao fa parte, decide di produrre un film di genere Boys’ Love, con Hisashi come protagonista…

Cosa ne penso?

Le stelle della sera dopo la pioggia sono bellissime, solo per noi due. Proprio come se fossimo in un film.

Emozionarsi mentre si legge un’opera ha sempre qualcosa di poetico e unico. Questo è quello che mi è successo con Twilight Out Focus.

Twilight Out Focus

Mao e Hisashi sono coinquilini di stanza che tra un segreto e l’altro hanno deciso di “girare” un video di promessa elencano tre regole indissolubili. Inizia così la loro vivace conoscenza tra alti e bassi. Il loro rapporto si evolverà in maniera leggiadra e profonda, facendo desiderare al lettore di averne ancora di più. 

La crescita personale dei personaggi e del loro rapporto non avviene casualmente, ci troviamo su una strada ben delineata e tratteggiata che ci farà provare la pelle d’oca.

Twilight Out Focus

Mao è un membro del club di cinema e devono girare un film per la scuola a tema BL. Un tema particolare e coraggioso da portare in una scuola maschile, ma il protagonista dal volto tenebroso e con vibes da teppista chi sarà? Senza ombra di dubbio entra in gioco Hisashi che di recitazione non me sa nulla, ma si impegnerà a dar valore al ruolo che gli è stato attribuito. 

Mao non sa mentire davanti all’obiettivo, ma riesce a inquadrare in maniera elegante e passionale tutti i suoi soggetti e in particolare modo Hisashi. Il viso del suo coinquilino inizia a brillare come se fosse visto da Mao sotto una nuova luce, e in questo momento perché il suo cuore sta battendo così forte?

Twilight Out Focus

Un rapporto che si trasforma da semplici coinquilini a qualcosa di più, un amore che cresce giorno dopo giorno nonostante le circostanze. 

Un’opera che mi ha fatto emozionare e provare la pelle d’oca grazie anche a come ha rilievo l’importanza dell’obiettivo e della videocamera. Una tematica che a volte può sembrare secondaria, ma che ultimamente riscontro sempre di più nelle opere: la bellezza di immortalare un viso e i suoi sentimenti.

Twilight out focus ci accompagna in un viaggio di due volumi in cui verrà dato spazio non solo ai personaggi principali, ma anche allo sfondo come il presidente del secondo anno e ai relativi film che gira il club di cinema.

Mi è piaciuto vedere in prima tappa la certezza di Mao verso il cinema e la videocamera, le emozioni di Hisashi sia a fronte di una rottura relazionare nonché alla nascita di un nuovo sentimento ma anche il suo cambiamento caratteriale verso i membri del club e il suo “sorridere” di più. 

Twilight Out Focus

Posso definire l’opera soddisfacente sotto molti punti di vista, a partire dai disegni e dalla impostazione dei livelli. Si trovano spesso inquadrature stile “cinematografiche” dei visi di Mao e Hisashi, dei loro momenti romantici e un po’ più drammatici e si percepisce la loro felicità.

Mi è piaciuto conoscere il lato “spento” di Hisashi a causa del suo passato, ma vedere anche come abbia preso di pugno l’opportunità di cambiare e come il suo viso sia più vivace.

Ho trovato Mao un personaggio coraggioso e allo stesso tempo fragile, con la paura che il suo amore fosse non corrisposto e la voglia di fare di più per se stesso e per l’altro. 

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Goodbye, Eri

Prese dalla fuga, mi sono cimentata in un genere completamente diverso dalle mie classiche letture e sono qui a scrivervi i miei pareri.

Goodbye, Eri una nuova opera di Tatsuki Fujimoto edito Starcomics in due meravigliose versioni, opera conclusiva di un volume.

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Trama:

La madre di Yuta, sofferente di una malattia in fase terminale, chiede al figlio di filmarla per lasciargli un ricordo. Il giovane inizialmente accetta, rifiutandosi in seguito di registrare i suoi ultimi momenti. In preda allo sconforto, intende suicidarsi gettandosi dal tetto dell’ospedale, dove incontra una strana ragazza che attira la sua attenzione…

Cosa ne penso?

Il mio primo approccio con Tatsuki Fujimoto finalmente è arrivato. Durante il ritorno del Comicon stavo guardando le prossime uscite edite starcomics e qualcosa dentro di me mi sussurrava “Goodbye, Eri … ti piacerà”.

Goodbye, Eri

Presa dalla curiosità  della trama e dai feedback che ho letto per le sue precedenti opere, alla fine ho ceduto e mi sono avventurata tra le pagine di Goodbye, Eri.

Un approccio al dir poco particolare e drammatico. Un’opera che non ha bisogno di tanti dialoghi per mostrare un’atmosfera soffocante e profonda, ma che con il suo stile particolare riesce a lasciare qualcosa al lettore a fine lettura.

Mentre leggevo le prime tavole sentivo un macigno sul petto. Una richiesta davvero assurda quella della madre, come si fa a chiedere al proprio figlio di essere ripresi durante la malattia fino all’ultimo respiro? 

Goodbye, Eri

Ma andando avanti ho iniziato a realizzare quanto i ricordi, le foto e i video ci permettono di idealizzare le persone che abbiamo conosciuto, a volte trasformandole da pessime persone a individui puri e magnifici.

Yuta affronta il lutto della madre in un modo tutto suo, montando e modificando le intere ore dedicate durante le sue scuole medie per creare un film d’effetto con protagonista sua madre e i suoi ultimi respiri – che mai sono stati girati. 

Un’angoscia davvero struggente che rende la lettura pesante e particolare (cosa che ho adorato).

Tuttavia mentre Yuta pensa alla fine della sua vita, viene in un certo senso motivato e salvato da una strana ragazza che gli chiede di girare un nuovo film diverso da quello precedente, ma che riuscisse ad emozionare i suoi spettatori.

Goodbye, Eri

Yuta inizia così una nuova “vita” incoraggiandosi di girare mini video per poi assemblarli e creare qualcosa di unico che lo rappresentasse e che mostrasse al mondo l’adolescenza che affronta passo dopo passo.

la realtà però non è così incline ad essere docile e sorridente con il ragazzo, perché Eri, la ragazza strana, ha un segreto che porterà a rendere l’opera da un piano realistico e sofferente a introdurre degli elementi più freschi e fantasy.

Goodbye, Eri lo suggerisco a chi vuole assaporare lo stile narrativo e creativo di Fujimoto o vuole approcciasse e per la prima volta. Non è una lettura di passaggio, né una semplice da prendere nei momenti di relax e conforto, ma è struggente, drammatica e in un certo senso la definirei anche “romantica”.

Romantica dal punto di vista della rappresentazione delle persone. Yuta nei suoi video mostra le parti belle delle persone e non i loro difetti, cercando di ricordarsi di loro sotto quella luce.

Goodbye, Eri

Un finale d’effetto che mi ha risollevato un po’ dal polverone oscuro dell’opera. L’ho goduta piano piano e sono contenta di questo primo approccio. Per me Fujimoto è un nuovo autore da aggiungere alla lista – per quando voglio essere un po’ masochista e soffrire.

Ranking of Kings

Se siete alla ricerca di una lettura confortevole, educativa e che possa riempire il vostro cuore sicuramente uno dei primi titoli che mi viene in mente da suggerirvi è proprio Ranking of Kings.

Il primo volume è uscita con la casa editrice StarComics, ma vi consiglio anche di recuperare l’adattamento anime nonché anche un ulteriore stagione dedicata a dei piccoli pezzi di storia che non sono stati riportati nell’adattamento anime.

Una storia composta da 16 volumi in corso, nonostante la sua lunghezza ancora non definita suggerisco comunque il suo recupero perché saprà conquistarvi.

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Trama:

Protagonista della storia è Bojji, un principe sordo e senza poteri che non riesce neanche a brandire una spada giocattolo. Essendo il primogenito, sogna di diventare il più grande re del mondo, ma molte persone sparlano di lui alle sue spalle, dicendo che è un buono a nulla e che non potrà mai essere un re. Bojji fa allora amicizia con un’ombra di nome Kage, che in qualche modo lo capisce molto bene. Kage è l’unico membro sopravvissuto di un clan di assassini quasi del tutto spazzato via. Non più un assassino, ora continua a vivere rubando. La storia segue così la crescita di Bojji mentre incontra diverse persone nella sua vita, a partire dal fatidico incontro con l’ombra.

Cosa ne penso?

Perché recuperare “Ranking of Kings” e a chi la consiglio?

Ranking of Kings

Dai disegni semplici, ma vivaci, viene raccontata la storia di un piccolo principe nato sotto una cattiva stella che non gli permette di diventare più forte nel brandire una spada a differenza del suo fratello minore che ha tutte le abilità per divenire un Re sostenuto dal popolo.

Bojji è un piccolo principe che si mostra sempre felice nonostante venga disprezzato e deriso dalla plebe ma anche dai cavalieri e dalla gente di palazzo. Un bambino che mostra fin da subito un’espressione sempre serena e piena di vita, ma dietro a quel faccino contento in realtà cerca di sopportare tutto il dolore delle cattive parole.

Ranking of Kings

“Un principe stupido” così viene definito da tutti solo perché non sente e non sa brandire una spada, ma le sue capacità sono altre, ma a nessuno importa un granché. La questione fondamentale non è la qualità di una persona che possa essere buona di cuore, ma tutto dipende da come si presta ad essere vista, ossia le sue abilità e gli obiettivi che può raggiungere.

Tre parole chiavi per descrivere quest’opera: coraggio, determinazione e sconfitta.

Il coraggio e la determinazione che viene mostrata da Bojji ma anche dal suo fedele compagno di avventure, una piccola ombra parlante che dopo aver compreso le sue cattive azioni da bandito nei confronti del principe e aver compreso il suo vero animo decide di diventare un fedele amico e sostenerlo.

Ranking of Kings

La determinazione: Bojji nonostante sappia di non essere in grado di sconfiggere in una sfida di spade il fratello minore, decide comunque di cimentarsi e mostrare le sue abilità (che non verranno apprezzate perché ritenute sleali).

Sconfitta: Bojji si sentirà tradito dalla gente che lo circonda ma nonostante questo si asciugherà le lacrime.

Spesso si dice “l’abito non fa il monaco” e in quest’opera vengono mostrati vari personaggi che in realtà non sono davvero quello che mostrano all’esterno, ma che si comportano in tale maniera per alcune motivazioni personali.

La forza di Bojji davanti alle ingiustizie e alla cattiva lingua delle persone mi ha reso sensibile. Vedere come un bambino su cui ricade una enorme responsabilità, nonostante il suo titolo e le sue problematiche, venga deriso ma continua a sorridere mi ha davvero emozionata.

A chi consiglio la lettura? A chi come me è sempre in cerca di nuove opere che possano insegnare alcuni valori importanti o si è in cerca di storie educative ma allo stesso tempo che sappiano intrattenere con disegni molto semplici ma con uno stile proprio.

Ranking of Kings

Suzume – Novel Jpop

Makoto Shinkai riesce ancora una volta ad emozionare tutti gli amanti delle sue storie. ‘Suzume‘ una nuova storia che hanno trasmesso sia nei nostri cinema italiani ma che la JPop ha anche portato la bellissima Novel.

Tra i successi di Makoto Shinkai ricordiamo: Lei e il suo gatto, Il giardino delle parole, Your Name, 5 cm al secondo e Weathering with you.

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Trama:

La storia ha come protagonista una ragazza di 17 anni, Suzume, che vive in una tranquilla cittadina del Kyushu. Un giorno incontra un giovane viaggiatore che sta cercando una misteriosa “porta” e decide di seguirlo. Proprio la ragazza scopre l’esistenza di un vecchio portale tra le rovine delle montagne. La leggenda narra l’esistenza di diverse porte collegate tra loro in tutto il Giappone e che la chiusura di una di esse porti terribili sciagure.

Cosa ne penso?

a volte le parole non bastano per esprimere delle emozioni.

“Suzume” è stato uno di quei titoli che ho atteso con ansia e trepidazione. L’ho scoperto parecchio tempo fa tramite un video TikTok, non sapevo ne cosa fosse ne la sua trama ma le sue immagini parlavano da sé e da quel momento Suzume è stato il mio obiettivo.

Suzume

Una soundtrack che mi ha accompagnato per tanti mesi finché non l’ho potuta assaporare sul grande schermo.

Mi sono emozionata? Sarebbe davvero molto riduttivo metterla in questi termini, ma si. Nonostante io sia una grande amante dei film e delle novel, qui, ho avuto il doppio impatto. 

Prima di cimentarmi nell’avventura di vederlo sul grande schermo, mi sono addentrata nel romanzo e quante lacrime ho versato.

Suzume

Ogni parola, ogni evento aveva un peso pesante sul mio cuore finché non ho girato l’ultima pagina e mi sono detta “ora lo voglio vedere”.

Al cinema è stato davvero emozionante, poca gente ma sono rimasta soddisfatta nel vedere giovani adulti – soprattutto uomini – guardarsi attorno a fine film con gli occhi rossi. 

Suzume è una di quelle opere che ti insegna a prendere coraggio davanti alle grandi tragedie e ti permette di ricordarti che, nonostante tutto, se hai qualcuno affianco nulla è impossibile.

Oltre ad essermi innamorata totalmente di una sedia parlante, il mio punto dolente è stato una delle chiavi di volta. Un gatto indifeso dal manto bianco che dalle prime visioni sembra essere il nemico, colui che devi combattere ma che invece risulterà essere un protagonista importante che si porta dietro molti significati.

Suzume

Suzume mi ha insegnato a prendere coraggio, a combattere, a non abbattersi.

Una di quelle opere in cui le animazioni non fanno altro che rendere la storia ancora più eccezionale, lo ricordiamo con Your Name un grande classico che si suggerisce sempre a chi entra per la prima volta nel mondo dei manga e degli anime.

Il movie e il romanzo sono riusciti a creare dentro di me emozioni diverse, nonostante trattino della stessa storia. Questa cosa l’ho trovata molto curiosa e interessante e mi sono chiesta “perché ho provato delle emozioni così differenti ma profonde?”

La risposta non è semplice, ma il mio cervello ha iniziato ad analizzare ogni piccola virgola del romance cercando di trovare una soluzione: il romanzo ti permette di creare le tue immagini. Ti accompagna pagina dopo pagina in una storia composta da parole, sentimenti e paure di cui la tua immaginazione diventa da padrona. Il movie ti presenta la pappa pronta, ma ti permette di dare vita a quelle vibrazioni che si celano dentro di te.

Ma di cosa parla “Suzume”? 

Per chi non si fosse ancora interessato al suo recupero suggerirei tre parole chiavi: memorie, amore, distruzione.

Un mix che sembra essere banale, ma che nasconde dietro un universo di significati.

Suzume

Memorie, solo l’elemento più importante di tutta la narrazione. I ricordi di una bambina, una porta che sembra impossibile da raggiungere e un amico da salvare. Amore, un sentimento che nasce dal nulla ma che si evolve sentendo il peso delle responsabilità e della bellezza del mondo. Distruzione, è il mezzo per raggiungere a una soluzione. Le porte si aprono e fanno uscire i vermi che cercheranno di distruggere il Giappone, ma qualcuno ha il dovere di chiuderle e portare la pace all’umanità.

Un compito eroico ma silenzioso, nessuno lo sa e nessuno vede cosa si cela nel grande cielo.

Attenzione: tutte le opere hanno dei punti negativi e Suzume non è da meno.

In primis ritengo che alcuni dubbi vengono maggiormente a chi legge il romanzo, forse perché ha più tempo per analizzare ciascuna vicenda. All’interno di Suzume parliamo di porte che danno accesso la mondo umano ad alcuni “vermi” che cadendo sulla città creano terremoti fino alla distruzione. Non si riesce ben a comprendere perché e come si aprono le porte ed esattamente cosa siamo questi vermi (a livello materialistico e spirituale).

Sheol Spectrum

Alle prese con un fumetto prettamente italiano che riuscirà a sorprendervi già dalle prime tavole. Un’opera che si presenta già dalla sua trama con un contesto davvero forte e con un mondo parallelo dove i nostri giocatori dovranno riuscire a vincere e usare l’intelletto per sopravvivere.

Parlo di Sheol Spectrum edito Upper Comics. Un titolo thriller e psicologico che si conclude con due volumi.

Trama:

“I gentili giocatori sono pregati di prepararsi al game e… Bentornati nello Sheol!”

Metropoli di Gehinnom, Amerine è una gamer, per arrotondare hackera i server dei giochi per assicurarsi vittoria e stipendio.

Dopo l’ennesima truffa, riceve un’email sospetta e si ritrova nello Sheol, un’angosciante metropoli speculare a Gehinnom.

Insieme ad altri 98 individui, dovrà lottare per la sua vita e la sua libertà, tra sfide d’ingegno sul filo del rasoio, riusciranno le sue abilità a cambiare le regole del gioco?

Cosa ne penso?

Ma se dei criminali venissero trasportati in una realtà distaccata dal mondo umano e iniziassero a far parte di un gioco cruciale in cui il primo che riesce a raggiungere la meta potrà essere liberato?

Sheol Spectrum, uno Shonen composto da due volumi che riesce a stregarvi con poche pagine.

Ammetto che il mio interesse è salito pagina dopo pagina. Le tavole sono piene e i disegni li ho trovati molto morbidi e agevoli anche se possano sembrare “stonanti” rispetto alla follia e la dinamicità di cui si macchia la storia.

𝘐 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘩𝘪 𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢𝘷𝘷𝘪𝘷𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘲𝘶𝘪𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘱𝘢𝘭𝘤𝘰𝘴𝘤𝘦𝘯𝘪𝘤𝘰 e la nostra protagonista verrà catapultata in un mondo parallelo, invisibile ad occhio umano, in cui ci saranno 33 squadre e solo i più abili riusciranno a sopravvivere.

La sopravvivenza è un frutto che tutti vogliono tenersi stretto e quando sei condannato a scegliere e a giocare in un mondo con delle regole distorte, il tuo cervello inizia a elaborare mille finali.

Ci troviamo nello Sheol in cui sono rinchiusi 98 individui e tra sfide d’ingegno bisogna saper trovare la porta giusta per la propria libertà.

Molto interessante il fatto di trovare più pagine opache e a colori durante la lettura. Il racconto si muove in maniera veloce ma non accelerata, questo rende giustizia anche alla tematica del “correre e acchiappare la preda” di cui si fa vece.

I personaggi sono uno più particolare dell’altro e le prime due sfide sono molto interessanti, anche se mi sarebbe piaciuto approfondire maggiormente la presenza dei tre personaggi che sembrano avere un fulcro importante nella storia. La nota stonante, a parer mio, è che in realtà non c’è un incipit o un “prima”, ma si viene direttamente catapultati nello Sheol e iniziano subito i giochi.

Le idee alla base di quest’opera sono molto chiare, nulla avviene per caso. I personaggi e le loro schede di raffigurazione danno un maggior inquadramento della situazione per il lettore e le scene sono pulite e non distorte. La narrazione decade veloce e appassionante, ho trovato le tavole ben disposte e piene. 

From the Red Fog

Siete degli amanti delle storie del terrore o anche di miniserie che possano sorprendervi? Sicuramente tra le tante meravigliose uscite ed edite dalla Starcomics oggi vi voglio suggerire un titolo molto interessante.

From the Red Fog‘ un entusiasmante racconto macchiato di sangue e psicologia racchiusa in cinque volumi.

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Trama:

La storia è ambientata in Inghilterra, alla fine del XIX secolo. Rwanda, figlio di una feroce assassina, ha vissuto per anni confinato in un seminterrato e solo in seguito a un incidente ha potuto lasciare la sua abitazione. Il ragazzo, una volta giunto in città, finisce per vivere in una struttura dove conduce una vita pacifica, ma troppo noiosa per lui.

Cosa ne penso?

Sei alla ricerca di una storia sanguinaria con personaggi senza controllo?

La nuova uscita della StarComics si intitola “From the Red Fog”, un’opera conclusiva in cinque volumi, ma vi dirò qualcosa di davvero macabro.

Questa storia è stato realizzata da Nohara Mosae, in primis come “hobby” e con i suoi disegni voleva trasmettere delle vibrazioni che oltre ad inquietare il lettore, potessero anche divertirlo.

From the red Fog con il suo primo volume brilla come un diamante grezzo in mezzo a mille titoli dell’orrore, con una narrazione veloce ma dondolante come una nave in mezza ad una tempesta, ci trascina in stanze macabre e personaggi fuori di testa.

Apriamo la prima porta e ci troviamo di fronte ad una Inghilterra del diciannovesimo secolo in cui il giovane Ruwanda cresciuto nei sotterranei della sua dimora, è come se non esistesse al mondo.

L’unica cosa che conosce è la voce e gli atti macabri e sanguinosi compiuti dalla madre, una popolare serial killer di quei tempi.

Ruwanda è come se ricevesse il testimone in questa impresa senza rimuginarci troppo, anzi, sembra essere a suo agio tanto da divertirsi sentendo le persone urlare e piangere davanti ad un coltello o ancora peggio, alla morte.

Durante la sua crescita non si macchia solo di ideologie, ma commette vari omicidi lasciandosi dietro sceneggiature imbrattate di sangue estreme e creative.

Si troverà ad essere accolto, come un neonato, all’interno di una cerchia di persone che uccidono indistintamente, ma in lui c’è qualcosa di diverso… di più profondo e maledetto.

I disegni di From the red fog sono davvero inquietanti e particolari, le tavole e la loro composizione sono piene e ben gestite. Non ci si annoia durante la lettura anche se a volte può risultare che ciascun capitolo è come se rappresentate un atto di una grande opera teatrale.

Troviamo una sorta di distacco tra la prima parte introduttiva del volume e la seconda parte, lasciandoci dei dubbi inerenti all’accaduto sull’ orfanotrofio, ma forse è proprio quello l’obiettivo?

Ho trovato il primo volume davvero interessante e senza pretese, mi sono anche lasciata affascinare dalla mentalità di Ruwanda. Da amante dei serial killer, dei casi più spietati e inspiegabili, i disegni mi hanno conquistata in poco tempo e le copertine mi hanno influenzata parecchio.

Consiglio la lettura chi vuole leggere qualcosa di diverso, di particolare con personaggi inquietanti e fuori dalla realtà. 

Kuroneko – Come viziare un gatto nero

Amanti degli smut al rapporto! E’ uscito il volume seguente di ‘Kuroneko‘ con il titolo ‘Come viziare un gatto nero‘.

Kuroneko Kareshi no Amae kata è una di quelle storie che ti sorprende a ciascun volume e tutte le tue incertezze e dubbi vengono spazzati via come briciole di polvere.

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Trama:

Una piccolissima percentuale della popolazione può trasformarsi in gatto e Shingo è in grado di diventare un gatto nero. Quando incontra Keiichi Kagami, uno dei più famosi attori del Giappone, se ne innamora immediatamente, ma decide di tenergli nascosta questa sua capacità. 

Cosa ne penso?

Siamo ritornati con “Kuroneko” il tanto acclamato titolo con umani felidi e perplessità che mi aveva lasciato il primo volume.

Kuroneko - Come viziare un gatto nero

Devo dire che se il primo volume “come giocare con un gatto nero” mi aveva lasciato dei dubbi e  non mi ha fatto impazzire, il secondo volume è un colpo al cuore.

Sono rimasta stregata da come la storia sia migliorata e le circostanze si siano evolute in maniera più organica e pulita.

Nel secondo volume ci addentriamo in una situazione di instabilità amorosa, i primi problemi di incomprensioni, le gelosie e i dispetti che smuoveranno un po’ la situazione sotto le coperte dei nostri protagonisti Shingo e Kagami.

Un volume composto da un mix di emozioni alternanti, come se fossimo sulle montagne russe. Entra in gioco il fotografo che con un carattere piccantino riesce a rendere la situazione un po’ movimentata e che aiuta, a modo suo, a far mutare e rendere chiari i sentimenti del nostro gatto nero e del leopardo.

Kuroneko - Come viziare un gatto nero

Le scene hot sono presenti, ma in maniera minore rispetto al primo volume e questa cosa l’ho apprezzata molto di più perché di da più margine di sviluppo alla storia e non ci concentriamo solo alle fusa, ma è pur sempre uno smut.

Ho apprezzato anche la presenza di più pagine a colori e una traduzione che è migliorata rispetto al volume precedente.

I disegni sono sempre chiari e suggestivi, mi piace come siano vividi le espressioni sui volti dei personaggi che si alternano tra dolore, indifferenza, imbarazzo e amore.

Il secondo volume ha fatto breccia nel mio cuore.

In the Flow of Time

Un manga con un finale aperto, quali sono le mie reazioni?

Volevo parlarvi di una storia che mi ha piacevolmente sorpresa e mi ha anche stupito sul suo finale.

𝙄𝙣 𝙩𝙝𝙚 𝙁𝙡𝙤𝙬 𝙤𝙛 𝙩𝙞𝙢𝙚 il nuovo boy’s love portato dalla Starcomics è una storia emotiva e innovativa.

copertina

Trama:

Shiro, un normalissimo studente delle superiori, soccorre il pilota di un aeroplano caduto dal cielo in seguito a un incidente. Il pilota, che sembra avere la sua stessa età, soffre di una strana amnesia: non ricorda il suo nome e pare non conoscere nulla del mondo di Shiro. Il ragazzo decide di prendersi cura di lui e di dargli il nome del nonno venuto a mancare qualche tempo prima, Kiku. Comincia così la strana convivenza dei due ragazzi ma, improvvisamente, Kiku comincia ad avere degli incubi durante il sonno… Cosa nasconde il passato del ragazzo?

Cosa ne penso?

“𝘼𝙡𝙤𝙣𝙚 𝙞𝙣 𝙩𝙝𝙚 𝙙𝙚𝙚𝙥.

𝙄𝙩 𝙡𝙚𝙖𝙙𝙨 𝙩𝙤 𝙖𝙣𝙮𝙬𝙝𝙚𝙧𝙚 𝙤𝙛 𝙩𝙝𝙞𝙨 𝙗𝙡𝙪𝙚.”

In the Flow of Time

Siamo abituati ai classici cliché di incontri casuali e amori che sbocciano dopo traumi o come colpi di fulmine, ma se questa volta invece l’incontro avviene tramite una caduta del cielo?

Kiku, un ragazzo senza memoria e proveniente da chissà dove è caduto nel ventunesimo secolo davanti a Shiro, uno studente che vive da solo in una casa enorme dopo la morte di suo nonno.

In the Flow of Time

A primo impatto Kiku sembra essere un normale ragazzo che per qualche shock inizia a soffrire di amnesia, ma la verità che si cela dietro alla sua perdita di memoria è ben diversa.

Tra i due ragazzi inizia a crearsi un legame affettivo, imparano tante cose l’un dall’altro ma…

Dopo due volumi in cui viviamo la quotidianità di Shiro e Kiku, i loro sentimenti e la loro crescita relazionale ci troviamo ad affrontare un finale abbastanza ambiguo.

Possiamo interpretare il “lieto fine” secondo diversi parametri e probabilmente tutti potrebbero essere giusti.

Spesso mi piace leggere storie che mi lasciano con questo sapore un po’ amato in bocca e che danno spazio alla creatività del lettore, ma ammetto che questa volta ci sono rimasta di sasso.

In the Flow of Time

Non so se questa sensazione che io abbia provato sia positiva o negativa, ma posso affermare che mi ha davvero sorpresa.

In the flow of time è uno di quei titoli che è riuscito a colpirmi nel profondo. Ho sentito sulla superficie della mia pelle un certo brivido quando continuavo la lettura, pagina dopo pagina, e non sapevo davvero cosa aspettarmi.

È come un uragano in mezzo al nulla, arriva dritto e silenzioso ma scuote l’aria e il cielo. È una emozione davvero difficile da descrivere nel dettaglio, mi sono affezionata molto all’andatura della narrazione perché non è precipitosa nel mostrare tutto e subito ma bensì cerca di farci entrare nella quotidianità dei due ragazzi e a farci anche affezionare alle loro lievi conversazioni e ai loro pranzi. Un sorriso qua e là, porta comunque a smuovere qualcosa nel loro cuore.

Sicuramente il mio cuore si è spezzato quando Shiro ha scoperto la vera identità e il passato del suo convivente e in qualche maniera mi sono sentita abbattuta ma anche confusa dal finale.

Un finale non finale che in realtà non ci da una risposta, ma c’è la fa creare.

In the Flow of Time

In the flow of time ecco cosa è per me, un uragano nel cielo che riesce a travolgerci in maniera semplice, senza troppi drammi eccessivi, e farci affezionare al concetto di amore.

Sicuramente se dovessi parlarvi di questo manga a trecentosessanta gradi vi sottolineerei anche delle sbavature che inclinano l’andamento della storia. Ad esempio nonostante sia un racconto che prende vita dall’incontro casuale tra Kikou e Shiro, verso la metà del secondo volume iniziamo a ritrovare dei flashback che rendono la lettura un po’ particolare e bisogna prestarne molta attenzione. Le pagine extra a fine volume sono delle tavole su cui sono nate alcune teorie, chi ritiene che sono tavole extra successive al ritorno di Kikou e chi ritiene che sono invece extra che accompagnano semplicemente la loro storia nel momento in cui si conoscono e convivono insieme – io sono favorevole alla seconda teoria.

Prolungarsi troppo mi porterebbe a fare alcuni spoiler sulla storia e non voglio rovinare la lettura a nessuno, ma sappiate che è un titolo davvero interessante con cliché fuori dai classici schemi e che riesce a rendervi piacevolmente confusi a fine lettura. 

In the Flow of Time

Insomniacs After School

Siete alla ricerca di un manga seinen che possa davvero appassionarvi e insegnarvi anche qualcosa? Continua a leggermi e vedrai che ti convincerò!

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Trama:

Nakami è un liceale serio e studioso, ma è tormentato dall’insonnia e il suo costante nervosismo non lo rende molto popolare a scuola. Per questo, è alla disperata ricerca di un posto per isolarsi e cercare di strappare qualche ora di sonno. Un giorno si ritrova nel vecchio club di Astronomia della scuola, un’aula abbandonata e ritenuta “posseduta” in cui vengono accatastati banchi, sedie e armadietti. In mezzo al disordine, scopre anche una sua compagna di classe, Magari Isaki. Esattamente al contrario di Nakami, Isaki è molto popolare e benvoluta dai suoi compagni ma, proprio come lui, soffre d’insonnia e riesce a dormire in pace solo nell’aula del defunto club. Dopo aver stabilito di poter dividere il loro minuscolo rifugio, i due scopriranno di avere molto di più in comune che un disturbo del sonno.

Cosa ne penso?

Quanto è bello vedere editato un titolo che si segue in altre lingue?

Una delle uscite che mi ha trasmesso più emozioni è proprio “Insomniacs After School” edito Jpop.

La Jpop ha realizzato per il lancio del primo volume sia l’edizione regular che la variant e mi inchino a questa bellezza stratosferica – credo proprio che sia una delle mie variant preferite.

Perché mi piace così tanto questo titolo?

Insomniacs After School

Principalmente perché anche io ci sono dei periodi durante l’anno in cui soffro di insonnia. Non parlo di una situazione in cui il cervello va ad elaborare tanti pensieri e quindi non si riesce a conciliare il sonno, ma bensì sono periodi in cui proprio il sonno decide di essere tuo nemico e vuoi abbracciare solo le vibrazioni della notte.

È questo sostanzialmente il concetto principale che porta avanti quest’opera e devo dire che non è neanche l’unico titolo che va a rendere nota la situazione e la problematica inerente all’insonnia. (Ad esempio abbiamo anche Call of night)

Insomniacs After School

Insomniacs after school non è solamente un titolo a cui tengo particolarmente per una questione affettiva e di tematica, penso che sia uno di quei titoli che devono essere sottolineati  perché hanno carattere e al suo interno abbiamo un’alternanza tra momenti in cui i nostri personaggi si conoscono, cercano di creare un proprio rifugio dove andare a placare questa insonnia ma dall’altro lato abbiamo un grande spazio anche per la sceneggiatura e l’ambiente circostante per esempio la visione di paesaggi con la pioggia, la visione di un gatto etc.

Mi piace questo modo stilistico di cullare la narrazione della storia avvicinandosi sia a una maniera intrigante alla tematica ma accompagnarla anche con momenti più rilassanti in cui l’occhio del lettore cade sulla visione della sceneggiatura ben curata.

La serie parla di due compagni di classe che soffrono di insonnia e si rifugiano nella stanza dedicata al club di astronomia che non viene visitata da nessuno a causa di alcune voci macabre che si aggirano. È un manga scolastico che riesce ad attrarre l’attenzione per via del modo in cui i due cercano di affrontare il loro problema.

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Le copertine dei volumi sono una più bella dell’altra, ne consiglio la lettura se si cerca qualcosa di rilassante ma accattivante.

Ricordo che è stata annunciato l’anime di ‘Kimi wa Houkago Insomnia’ ma non si sa ancora la data di uscita – probabilmente nella primavera del 2023.