Buongiorno lettori! Con questo caldo afoso, ho deciso di portarvi finalmente la recensione di
“Il profumo della neve” in collaborazione con la casa editrice Delos Digital.

Copertina: Carina, ma non riesco a capire cosa centra con la neve.
Titolo: Il profumo della neve.
Autore: Francesca Bandiera
Data di rilascio: 2020
Genere: Narrativa, romanzo
Trama: Gemma Trentini, affetta da “quionofobia” (fobia della neve), deve fare i conti con un trauma risalente a tre anni prima, da lei definito “la Tragedia”. Insieme all’ex vicina di casa Leda, sarà costretta a ripercorrere i giorni successivi alla morte di Bianca: la sua migliore amica aveva soltanto quattordici anni quando è stata travolta da una valanga, ai margini di una pista da sci, e da allora Gemma non ha fatto altro che scorgerne lo spirito ovunque. Bianca l’aveva tormentata in vita, con le sue inguaribili manie sul cibo e i suoi abusi silenziosi, e ha continuato a perseguitarla da morta, sbucando qua e là in qualche incubo o manifestandosi in diverse allucinazioni. Dopo la notizia di un’imminente bufera di neve, diretta a Verona, Gemma si vede abbandonata da Leda e impossibilitata a prenotare un viaggio a Catania, come d’abitudine, per sottrarsi alle intemperie. Da quel momento sarà intrappolata in un vortice di terrore che si nutrirà delle sue più profonde incertezze e renderà Bianca uno spirito maligno dal quale fuggire. Cosa succederebbe, se stavolta fosse la paura stessa a presentarsi alla sua porta? E con quali sembianze?
Pensieri o citazioni: Siamo davvero soli quando la paura perseguita le nostre ombre? Come si affronta un mostro, se assume le sembianze del dolore? È possibile reagire di fronte all’angoscia di un ricordo? Un libro che tenta di esplorare gli antri più ombrosi della psiche umana: perdite e silenzi, rimpianti e paradossi, fraintendimenti e condanne. Alla ricerca, sotto uno spesso strato nevoso, del coraggio.
Valutazione: Scrittura semplice e racconti brevi con buone descrizioni, con riferimento alle sensazioni che può provocare una fobia. Ho sentito i tre racconti un po’ piatti, come se mancasse la trasmissione del carico emotivo che si portavano dietro.
Personalmente avrei evitato di creare altri due racconti e mi sarei concentrata su quello di Gemma che sembrava anche abbastanza interessante.
Pensieri personali del libro: E’ un romanzo concentrato sulla quionofobia, ovvero la fobia per la neve. Viene raccontato il trauma subito da Gemma, quando tre anni prima la sua amica Bianca – che amava tanto la neve – muore in un incidente. Da quel momento la giovane ragazza inizia a sentire i tremolii della psiche davanti alla neve.
Vengono descritti come la neve o il suo pensiero riesca a impossessarti della mente e del corpo, lasciandola soffocare.
“Avverto i peli della bocca intinirizzarsi e lo stomaco restringersi.”
Gemma, inizia a distogliere la propria psiche dalla realtà e per questo Leda cerca di aiutarla. E’ come se Bianca, nonostante fosse morta, sia comunque presente come una persona viva che torce e contrae la psiche di Gemma e ne diviene propria. Vi è un dibattito fra le due presenze vicino a Gemma: Leda, l’amica i carne ed ossa e Bianca, l’amica morta che vive ancora dentro di lei.
Il racconto di Gemma si conclude, dando spazio ad altri due racconti: uno incentrato sulle fobie che parlano e un altro diretto verso Zaccaria, un uomo che soffre della stessa fobia di Gemma a causa di un incidente sulla neve che ha ucciso sua moglie.
Sistema di valutazione: ★★★ ☆☆ | una lettura ok.