Buongiorno cari lettori, oggi torno nuovamente con una recensione per il nuovo romanzo di Gianfranco Sorge intitolato “Se avessi avuto gli occhi neri” pubblicato con la casa editrice goWare.
Ho già recensito in passato un altro romanzo dello stesso scrittore e potrete leggerla cliccando qui.
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Biografia di Gianfranco Sorge
Gianfranco Sorge è nato a Catania, dove tuttora risiede, il 25/10/1959. Conseguita la Maturità Classica, si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Catania, si è specializzato in Psichiatria e successivamente in Psicoterapia presso l’Istituto Italiano di
Psicoanalisi di Gruppo (I.I.P.G.).
Dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania in qualità di Dirigente Psichiatra, dal 2006/2007 insegna Psicopatologia presso la scuola di specializzazione del’Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo (sede di Catania). Ha pubblicato settantacinque di lavori scientifici.
La passione per la narrativa è nata al termine del percorso di formazione psicoanalitica concretizzandosi con la pubblicazione di numerosi racconti e romanzi alcuni dei quali hanno ricevuto importanti menzioni in premi letterari nazionali, le ultime delle quali sono state: la vittoria al XXXVIII edizione del Premio Leonforte nella sezione micro narrativa con il racconto intitolato Amaro: l’indifferenza; il terzo posto nella sezione Narrativa/Saggio alla seconda edizione del
Premio Letterario “Etnabook – Cultura sotto il Vulcano” con il romanzo intitolato: Perturbanti congiungimenti.
I suoi elaborati si pongono come un tentativo di trasferire nell’area del rappresentabile aspetti profondi del Sé.

Copertina: Particolare ed evocativa.
Titolo: Se avessi avuto gli occhi neri
Autore: Gianfranco Sorge
Data di rilascio: 2020
Genere: Narrativa
Trama: Può il colore degli occhi incidere sulla vita di una persona, condizionandola?A seguito di un tentato suicidio, Stella finisce ricoverata in psichiatria e da lì prende le mosse il racconto della sua sofferta esistenza. Costretta a subire il matrimonio con Sebastiano, un uomo potente che non ama, tenterà di ottenere il proprio riscatto attraverso i figli. Santa, la primogenita, riuscirà a crearsi una vita indipendente. Carmelo avrà invece un’esistenza tormentata fin dalla nascita, quando il padre lo rifiuta perché non ha gli occhi neri come i veri “masculi siciliani”. Se avessi avuto gli occhi neri è anche un affresco della Sicilia dai primi del Novecento a oggi, che esplora la condizione delle donne siciliane, l’evolversi della famiglia, i mutamenti della società. Un viaggio alla ricerca di identità negate, della propria verità e del difficile percorso per accettarsi ed essere accettati. Una saga familiare dall’imprevedibile finale.
Valutazione: I romanzi di Gianfranco li ho sempre trovati evocativi ed esaustivi, come nel titolo “Perturbanti congiungimenti”, anche qui si riesce a percepire l’animo e l’amore per la scrittura dell’autore. La lettura è fluida, il romanzo è ben articolato con personaggi e luoghi ben descritti.
Il lettore riesce ad immergersi in una storia in cui il soggetto principale è l’Italia, una Italia diversa da quella attuale. Una Italia che vive per la tradizione, per i costumi popolari, per i dialetti, per la mentalità paesana.
Viene ben narrata la figura della donna siciliana e della sua condizione dagli inizi del Novecento ai nostri giorni. E’ possibile incontrare personaggi diversi fra loro: Stella, Carmelo, Sebastiano e Aurelia.
Il racconto affronta temi particolari come il concetto e ricerca della identità, la condizione della donna, la sessualità, la morte come sacrificio e purificazione, il disagio mentale, le problematiche della vecchiaia, il rapporto genitori-figli.
C’è un viaggio fra il passato e il presente dei personaggi e l’evidenzia differenziazione tra le ragazzine dei paesi di montagna e delle grandi città. Una differenza che influenza la stessa quotidianità delle donne, la loro crescita e dimensione terrena. Le prime dovevano sottostare al volere di padri e mariti, vige dunque il concetto di sottomissione e dominio e della figura del pater familias come era riconoscibile all’epoca romana, e dovevano rinunciare ai loro sogni per diventare mogli e madri, e svolgere dunque la figura della donna del medioevo dedita solo alla famiglia e alla cura dei bambini; alle seconde era permesso studiare ed essere indipendenti.
Con gli studi dettati dall’autore è possibile incontrare durante la lettura anche argomenti di psicologia e psichiatria che affrontano i temi come il suicidio, l’accettazione del corpo, il disturbo della identità vivibili in situazioni quotidiane e non sotto il punto di vista di un dottore e/o studioso.
Pensieri personali del libro: La forza del romanzo è la sua dimensione particolare e la vastità dei temi che affronta. Non è semplice riuscire a fronteggiare temi così presenti e vivi nel nostro presente e nella nostra società, senza mai cadere nel banale o nella superficialità. Gianfranco Sorge riesce a parlare con una dialettica, quasi amica, di temi difficili da affrontare.
“Se avessi avuto gli occhi neri” è un ritratto di una famiglia siciliana e contemporaneamente il ritratto di una società vecchio stampo del ‘900.
Il romanzo si suddivide in due parti: la prima dedicata al personaggio di Stella e al suo tentato suicidio e alla sua condizione di vittima dell’uomo che aveva sposato; nella seconda parte si concentra sulle difficoltà che dovranno essere affrontate da Carmelo e dalla sua volontà di stravolgere la propria identità fino a porre un cambiamento radiale.
E’ un romanzo forte. E’ un romanzo che cattura l’attenzione del lettore e la travolge. E’ un romanzo che ti prende il fiato e lo fa a pezzettini come mille fogli di carta. E’ importante parlare di queste tematiche, è importante diffonderle ed è importante che la gente legga – senza spaventarsi e/o impressionarsi – di realtà fin troppo attuali.
Sistema di valutazione: ★★★★ ☆
Ringrazio ancora una volta l’autore che si è affidato alla mia valutazione e mi ha permesso di conoscere questo secondo titolo.
Lo consiglio con tutto il cuore.