Sei un amante delle letture giapponesi ma ancor di più di quelle che si macchiano di fantasmi e presenze oscure?
“Storie di fantasmi giapponesi” edito da Kappalab può far al caso tuo. Una raccolta di mini storie che ti trasporteranno in un mondo distaccato dalla tua realtà e ti rimaranno i brividi sulla pelle

Trama:
Ci attirano, ci affascinano, ci spaventano e spesso ci lasciano con un impensabile senso di vuoto. Le storie di fantasmi giapponesi aleggiano tra l’orrore e il romanticismo, in un limbo costellato da spettri di principesse, cortigiani, guerrieri e briganti che non trovano pace per essere stati costretti ad abbandonare il mondo terreno prima di aver compiuto fino in fondo il loro percorso, e infestato da oggetti o esseri talmente antichi da acquisire un’anima e mutarsi così in mononoke. Vendetta, risentimento, nostalgia, altruismo, amore: ogni spirito, umano o animale, ha il suo personale motivo per mostrarsi ai viventi, e ognuno lo fa in modo diverso.
“Storie di fantasmi giapponesi” raccoglie i più celebri racconti di genere della tradizione del Sol Levante, come quello di Hoichi, il suonatore cieco di biwa, o quello di Oyuki, la dama delle nevi, che tornano qui nella loro dimensione originale. Questi racconti costituiscono un serbatoio culturale e folcloristico per grandi autori e registi giapponesi, fra cui Rumiko Takahashi per “Lamù”, Shigeru Mizuki per “Kitaro del cimitero”, Isao Takahata per “Pompoko” e Hayao Miyazaki per “La Principessa Mononoke”.
Cosa ne penso?
Non succede spesso che una lettura riesca a trasportarmi in una realtà dove il tempo si ferma e dove la mia mente si concentra solamente a quelle parole che rigo dopo rigo riescono a suscitare il mio interesse.
“Storie di Fantasmi giapponesi” È una racconta di innumerevole mini storia che si concludono in due o tre pagine, che riusciranno ad acculturarvi tantissimo del mondo dei fantasmi ma non solo. la maggior parte dei racconti sono tratti da antichi libri giapponesi e alcune storie hanno un’origine cinese, quindi abbiamo la nascita di un libro che riesce a racchiudere due culture molto interessanti.
nella prima parte ci addentriamo in piccoli racconti che hanno nella maggior parte dei casi come protagonisti preti e spiriti, nonostante la brevità con cui si concludono comunque riescono a mostrare tanto interesse e curiosità che nasce nel lettore e io mi sono sentita trasportata in quei luoghi così bui e mi sono trovata anche di fronte a questi spiriti maligni che cercavano di trovare la strada per la virtù .
Nella seconda parte invece abbiamo dei racconti più friabili perché si presentano più coincisi e parlano di insetti e anche della trasposizione dal corpo umano alle sensazioni di entrare nel corpo di un insetto e questa cosa mi ha ricordato un po’ un anime che ho concluso poco tempo fa che si chiama “ Raven Of the inner palace “.
Quello che mi ha colpito maggiormente è la cultura che vi è dietro questi racconti, Yakumo Koizumi è un giornalista – scrittore nato in Grecia, ma sposato con la figlia di samurai di Matsue è riuscito in questa raccolta a racchiudere due mondi simili ma diversi che si addentrano nell’oscurità della vita e del mondo.