Recensione Ritorno a Villa blu

Buon pomeriggio cari lettori, oggi vi porto una recensione di una collana particolare dei Robin&Sons e ringrazio Cristina dell’ufficio stampa dell’autore per avermi contattata e spedito la copia cartacea.

Copertina: Mi è piaciuta particolarmente per la forma a goccia e per la congruenza con la parola chiave del libro: la Villa Blu e il richiamo della luna soprastante.
Titolo: Il Ritorno a Villa Blu
Autore: Gianni Verdoliva
Data di rilascio : 2020
Genere
: Narrativa, suspance
Trama: È giugno e come ogni anno tre fratelli, Alessio, Francesco e Tommaso, ritornano a Villa Blu, la dimora di famiglia dove hanno trascorso tante altre estati. Questa volta, però, saranno soli: non ci sarà più il nonno né i genitori e i tre protagonisti si troveranno a gestire la villa di famiglia avuta in eredità dal nonno Ascanio e a fronteggiare misteri, maledizioni ed eventi irrisolti che coinvolgono Villa Blu e il bosco limitrofo. Nel paese sulle sponde del lago, figure inquietanti e altre benevole si intrecceranno alle vicende dei tre fratelli, vittime di un maleficio che vedrà il suo culmine il giorno del solstizio.
Valutazione: Perché ho dato 3,5 stelle?

La scrittura, anche se promuove una lettura veloce e ricca di descrizioni, ha delle imperfezioni. Durante il racconto c’è una ripetibilità di frasi, descrizioni, già accennate poco prima rendendo la lettura fastidiosa e conducendo il lettore a saltare alcune frasi/passaggi.

E’ una lettura lieve, piacevole che ti accompagna nella dolcezza che pervade i tre fratelli e nella malvagità dell’egoismo e del rancore del passato.
Pensieri personali del libro: Il racconto parla della vita dei tre fratelli: Alessio, Tommaso e Francesco che vanno a vivere nella Villa Blu del caro nonno venuto a mancare. Ci sono flashback tra presente e passato, racconti che aiuteranno a mettere insieme i pezzi del puzzle e capirne la sostanza e l’andamento fino a riuscire a percepire la verità sul giorno 21 giugno: il giorno del nuovo Solstizio.

Oltre i tre fratelli, avranno un ruolo importante anche altri personaggi come Mattia ( il fidanzato di Tommaso ), Katherine (la reverenda), Amabile e Nerina.

Vengono trasmesse emozioni del piccolo Alessio, il più piccolo dei fratelli, con un animo pieno di coraggio. Il bene e il male, l’amore e la paura sono le vie che si percuotono con questo romanzo.
Sistema di valutazione: ★★★,5 ☆☆ | una lettura ok.

Recensione “Va tutto bene, signor field.”

Buongiorno cari lettori, oggi torno con un libro della Fazi Editore uscito in commercio il 27 Agosto in tutte le librerie e che vi consiglio di leggere.

Ben sapete che adoro i libri della CE, ma ancor di più mi sorprende come ogni lettura possa entrarmi dentro come se fosse ossigeno.

Potete acquistarlo Qui.

va tutto bene, signor field

Copertina: Meravigliosa. E’ in linea con il luogo del racconto.
Titolo: Va tutto bene, signor field.
Autore: Katharine Kilalea
Data di rilascio: 2020
Genere: Narrativa
Trama: Il signor Field è un pianista e concertista alla deriva, la cui carriera subisce una definitiva battuta d’arresto dopo un incidente in treno. Con i soldi del risarcimento, si trasferisce a Città del Capo, in una casa costruita dall’architetto Jan Kallenbach come una replica di Villa Savoye di Le Corbusier, dove lo raggiunge anche la moglie Mim. Il signor Field è un uomo triste e rassegnato, che vive in uno stato di sonnolenza perenne e di straniamento dalla realtà che lo circonda. È un uomo in decadenza e svuotato, ma attraverso le sue riflessioni, e facendo un bilancio di ciò che non va bene nella sua vita, comincia a “fare qualcosa”: mentre manda in frantumi il vetro della grande finestra di casa sua, cerca di ricomporre i pezzi della propria identità iniziando un dialogo silenzioso e fittizio con Hannah Kallenbach, la vedova dell’architetto, per la quale sviluppa a poco a poco una vera e propria mania: la segue, si apposta sotto la sua finestra, la spia nella sua vita privata e nelle strane conversazioni con un uomo misterioso. Finché, ormai stanco di essere triste, capisce finalmente di dover riprendere a vivere… che sia nella realtà o nel suo mondo onirico non importa.
Va tutto bene, signor Field, un romanzo delicato e profondo lodato all’unanimità dalla critica per la notevole qualità della sua prosa, è l’impressionante esordio della giovane sudafricana Katharine Kilalea.


Valutazione: Le copertine della Fazi sono un bene per gli occhi, sempre sulla cresta dell’onda.

Il punto in cui mi trovo è solo il punto in cui mi trovo rispetto a te, e in questo momento sono più lontano da te di quanto tu lo sia da me.

Ogni capitolo ha come titolo una frase. La prima volta che la leggi ti sembra strana e ti domandi il perché, i tuoi occhi la rileggeranno altre dieci volte mentre sei immerso nei tuoi pensieri e qui arriva la seconda fase, ti sembra poesia.

Non è che sembra, anzi lo è, almeno per il mio animo. Alla terza lettura, quel titolo, ti sembra così carico di emozioni da far venire la pelle d’oca.
Pensieri personali del libro: Scriverò tre motivi sul perché dovresti leggere il romanzo di Katharina Kilalea:

1 La scrittura è semplice, confidenziale e travolgente. E’ come se stessi leggendo un racconto scritto da un amico, ma al contemplo scritto da uno sconosciuto.

2 Riesci a percepire, durante la lettura, le corde fragili dell’anima del signor field

3 Il mio cuore ha pianto alla pagina 161. Fine.

Il signor field vive in una casa a Città del Capo, ma non è da solo anche se in realtà, fisicamente lo è. Con lui c’è Hannah Kallenbach che dialoga con lui, vede la città con lui, ascolta i rumori degli uomini che lavorano insieme a field, mentre la giornata diventa più vivida.

“Pensavo a Mim, ma non spesso. Avevo nostalgia di lei, ma non particolarmente (…) Ma c’erano momenti, a letto, in cui i miei piedi non trovavano i suoi per scaldarsi (…)”

I pensieri fragili di field sono profondi, razionali, pragmatici e solidi.

Ad ogni parola, i miei occhi si riempivano di lacrime, ma non so dirvi se fossero di dolore o di felicità, ma questo libro mi ha regalato forti emozioni. E’ riuscito a farmi sentire le sensazioni, le emozioni, la voragine di field.

Questo racconto trasmette cariche di elettricità ritmicamente.

Il signor field è un pianista alla deriva a causa di un incidente in treno e ha subito danni alla mano sinistra. Con il risarcimento si è trasferito a Città del Capo in una casa costruita dall’architetto Jan Kallebach, come replica della Villa Savoye di Le Corbusier. Field si sente in un stato di angostia e tristezza accentuata dall’allontanamento della moglie Mim. Ben presto inizia a dialogare con una immagine illusoria di Hannah Kallebach, la moglie dell’architetto della casa, finché tale immagine non diviene realtà. Una vera visione che cammina e respira per le strade. Field inizia ad avere una sorta di ossessione per la casa di Hannah, ogni sera si reca dietro alla sua finestra a scoprire e immaginare i dialoghi. Ben preso capisce, il signor field, che deve riprendere a vivere.


Sistema di valutazione: ★★★★★ | mi è piaciuto ogni momento.

Ringrazio ancora la Fazi Editore per la magnifica collaborazione e per la possibilità di leggere questo scritto.

Recensione “Chi troppo vuole. Mazzacani trova la sua vendetta.”

Buongiorno lettori, oggi sono tornata con una nuova uscita della CE Fandangolibri e devo super consigliarvi la lettura che vi esporrò nella recensione.

In commercio dal 6 agosto 2020.

Lo vuoi acquistare? Clicca qui.

(Consigliata soprattutto chi è del Salento).

Chi troppo vuole. Mazzacani trova la sua vendetta - Leonardo Palmisano - copertina

Copertina: ho scelto questo libro dall’elenco a me a disposizione proprio perché la copertina è qualcosa di diverso e a un colore molto acceso.
Titolo: Chi troppo vuole. Mazzacani trova la sua vendetta.
Autore: Leonardo Palmisano
Data di rilascio: 2020
Genere
: Narrativa gialla
Trama: In una baraccopoli di immigrati vicino a Foggia viene scoperta una fossa comune con cinque corpi sepolti parecchi anni prima, una testa in decomposizione (quella di un mafioso della Sacra Corona Unita, Gianni Palano) e il cadavere ancora caldo di Paula, una prostituta rumena, a cui il killer ha intagliato una stella sulla fronte accanto al foro di entrata del proiettile, quasi volesse lasciare una firma.

Nelle ore successive, a Bari viene ucciso il candidato alla carica di governatore regionale Marcellino Danza, foggiano, erede di un impero politico insieme a sua sorella, la baronessa Danza.

Teresa Buonamica, capo della Direzione Regionale Antimafia di Puglia, apre un’indagine nel tentativo di svelare il complicato rebus che lega tutti quei morti.

Quando Mazzacani viene tirato in causa, non dirà tutto quello che sa, ovvero di aver riconosciuto nell’intaglio a stella la mano di chi ha messo fine alla Banda dei Santi, la formazione di banditi non affiliati alla Sacra Corona Unita di cui era a capo.

Comincerà così, con il secondo Luigi Mascione sempre al fianco, la sua personale caccia all’uomo in cerca di vendetta. Come un cerchio del passato che si chiude, il terzo caso del bandito Mazzacani racconta gli intrighi politici, gli interessi economici e le strategie criminali che brillano nel sole del Tavoliere.

Valutazione: Secondo il mio giudizio, la lettura di questo libro è molto scorrevole, non è impregnato di troppi dettagli ma solamente di quelli giusti che aiutano la narrazione e la comprensione delle vicende. Inoltre anche se non vi è una grande descrizione dei personaggi, nonostante siano innumerevoli, la spiegazione di chi sono e cosa fanno viene comunque predisposta alla fine del romanzo. Mi sono innamorata anche della lettura di alcune conversazione in dialetto salentino in quanto io vivo nel Salento, ma avrei avuto il piacere anche di leggere una nota a fine pagina della traduzione delle frasi scritte in dialetto perché noto che molte persone purtroppo anche con le parole più semplici del mio dialetto non riescono a comprenderne il significato. Questo desiderio delle note è più che altro concentrato, oltre a far comprendere tutta la frase, anche per dare una maggiore informazione al lettore e non lasciarlo in balia del dubbio di comprensione della frase.
Pensieri personali del libro: Libro che per me vale la pena leggerlo, soprattutto per chi vive in Puglia o meglio ancora per chi vive nelle aree vicino al Locorotondo, Foggia, Carovigno. Io per esempio sono di Carovigno e per me leggere personaggi che vivono e crescono in questi posti molto vicino a me dà una sensazione di brividi sulla pelle anche perché mi ha fatto vedere e conoscere, questo romanzo, prospettive che in realtà mi erano ignare. Il libro mostra una realtà di mafia che in realtà non sono verità molto distanti da ciò che viviamo quotidianamente, ma come ho anche detto su Instagram pubblicando una Stories riguardante al romanzo, un conto è conoscere e svegliarsi la mattina sapendo che per esempio “hanno bruciato la auto di tizio X”, un altro conto invece è leggere quella realtà che per me ormai è quasi normale all’interno di un libro. Non riconoscere che esistono queste vicende e queste situazioni è da sciocchi perché la Puglia non è solo la bellezza dei suoi paesaggi, dei suoi cibi e come dicono tutti del sole, del mare e del vento purtroppo ci sono anche queste situazioni di mafia e potere.
Sistema di valutazione: ★★★★★ | mi è piaciuto ogni momento.

È stato un super piacere poter recensire questo meraviglioso libro, inoltre è stata una grande sorpresa riuscire a trovare in un libro qualcuno che nominasse il mio paese che purtroppo in realtà non compare sulle cartine di Google Maps quasi.

Recensione “Blood of the prophet”

Buongiorno lettori! Oggi vi porto il secondo volume della trilogia The middlenight sea intitolata “Blood of the Prophet“!

Per la recensione del primo volume basta cliccare qui

Copertina anteriore

Copertina: Adoro tutte le copertine di questa fantastica trilogia
Titolo: Blood of the Prophet
Autore: Kat Ross
Data di rilascio: 2016
Genere: Fantasy

Trama: Il Profeta Zarathustra è stato chiamato in molti modi. Ora trascorre il suo tempo disegnando capre dall’aspetto bizzarro. Ecco cosa succede quando ci si ritrova in una cella per duecento anni. Ma l’uomo che potrebbe essere impazzito, e che decisamente dovrebbe essere morto, è di colpo tornato a essere molto importante…

Sono passate soltanto poche settimane da quando Nazafareen è fuggita dai sotterranei del Re con il suo daeva, Darius. Sperava di non dover mettere più piede all’interno dell’impero, ma la ricerca del Profeta l’ha condotta nell’antica città di Karnopolis. Devono trovarlo prima che Alexander di Macedonia bruci Persepolae, e con essa la madre di Darius. Ma non sono i soli a cercarlo.

Il negromante Balthazar ha i suoi piani per il Profeta, così come il capo delle spie dei Numeratori. Mentre Nazafareen viene attirata in un gioco pericoloso, i suoi nuovi poteri prendono una brutta piega. Soltanto il Profeta comprende il segreto del suo dono, ma il prezzo di quella conoscenza potrebbe rivelarsi più di quanto Nazafareen sia disposta a pagare…


Valutazione: Il secondo volume della trilogia The middlenight sea è meraviglioso. Ha una scrittura che cattura il lettore dalla prima pagina fino all’ultima. E’ pieno di avventura, momenti d’amore, momenti di agonia per i personaggi. Le descrizioni sono sottili e dettagliate, non sono “troppo” pesanti, ma è la giusta via di mezzo per un libro. Vengono spiegati i funzionamenti dei quattro elementi, le guerre e si riesce a percepire anche la sofferenza delle vicende.

Una cosa che premio per Kat Ross è come fa affezionare il lettore ai personaggi.
Pensieri personali del libro: Ho amato questo romanzo come il primo volume.

In questo volume viene raccontata l’amicizia profonda, l’amore proibito ma essenziale e il grande coraggio dei nostri personaggi.

Zarathrusta viene salvato, la vera battaglia ha inizio e nuove scoperte sull’uso degli elementi porterà a più domande che verranno chiarite nel terzo volume.

La traduzione è fatta più che bene e consiglio a tutti di leggere questa meravigliosa trilogia fantasy.

E’ un viaggio nel mondo fantasy di Nazafeeren e di Darius, che ti lascia un senso di malinconia alla lettura della parola “FINE“. Si viene travolti da una sensazione magnifica, come se il lettore stesso fosse divenuto, durante la lettura, un personaggio del romanzo e vivesse le stesse avventure dei suoi compagni.

Chi ha letto il primo volume noterà la crescita dei personaggi e anche dei sentimenti che circonda la loro vita. Anche il lettore cresce durante la lettura ed è emozionante.
Sistema di valutazione: ★★★★★ | mi è piaciuto ogni momento.

Ringrazio la Dunwich Edizioni per aver collaborato anche per questo secondo volume e non vedo l’ora di leggere e portarvi il terzo e ultimo libro della trilogia! Un grazie anche a Kat Ross che in fine pagina ha espresso l’amore per l’italiano e la felicità che il suo romanzo sia stato tradotto in una delle lingue più belle.

Recensione “Il profumo della neve”

Buongiorno lettori! Con questo caldo afoso, ho deciso di portarvi finalmente la recensione di

Il profumo della neve” in collaborazione con la casa editrice Delos Digital.

Copertina: Carina, ma non riesco a capire cosa centra con la neve.
Titolo: Il profumo della neve.
Autore: Francesca Bandiera
Data di rilascio: 2020
Genere: Narrativa, romanzo

Trama: Gemma Trentini, affetta da “quionofobia” (fobia della neve), deve fare i conti con un trauma risalente a tre anni prima, da lei definito “la Tragedia”. Insieme all’ex vicina di casa Leda, sarà costretta a ripercorrere i giorni successivi alla morte di Bianca: la sua migliore amica aveva soltanto quattordici anni quando è stata travolta da una valanga, ai margini di una pista da sci, e da allora Gemma non ha fatto altro che scorgerne lo spirito ovunque. Bianca l’aveva tormentata in vita, con le sue inguaribili manie sul cibo e i suoi abusi silenziosi, e ha continuato a perseguitarla da morta, sbucando qua e là in qualche incubo o manifestandosi in diverse allucinazioni. Dopo la notizia di un’imminente bufera di neve, diretta a Verona, Gemma si vede abbandonata da Leda e impossibilitata a prenotare un viaggio a Catania, come d’abitudine, per sottrarsi alle intemperie. Da quel momento sarà intrappolata in un vortice di terrore che si nutrirà delle sue più profonde incertezze e renderà Bianca uno spirito maligno dal quale fuggire. Cosa succederebbe, se stavolta fosse la paura stessa a presentarsi alla sua porta? E con quali sembianze?

Pensieri o citazioni: Siamo davvero soli quando la paura perseguita le nostre ombre? Come si affronta un mostro, se assume le sembianze del dolore? È possibile reagire di fronte all’angoscia di un ricordo? Un libro che tenta di esplorare gli antri più ombrosi della psiche umana: perdite e silenzi, rimpianti e paradossi, fraintendimenti e condanne. Alla ricerca, sotto uno spesso strato nevoso, del coraggio.

Valutazione: Scrittura semplice e racconti brevi con buone descrizioni, con riferimento alle sensazioni che può provocare una fobia. Ho sentito i tre racconti un po’ piatti, come se mancasse la trasmissione del carico emotivo che si portavano dietro.

Personalmente avrei evitato di creare altri due racconti e mi sarei concentrata su quello di Gemma che sembrava anche abbastanza interessante.
Pensieri personali del libro: E’ un romanzo concentrato sulla quionofobia, ovvero la fobia per la neve. Viene raccontato il trauma subito da Gemma, quando tre anni prima la sua amica Bianca – che amava tanto la neve – muore in un incidente. Da quel momento la giovane ragazza inizia a sentire i tremolii della psiche davanti alla neve.

Vengono descritti come la neve o il suo pensiero riesca a impossessarti della mente e del corpo, lasciandola soffocare.

Avverto i peli della bocca intinirizzarsi e lo stomaco restringersi.”

Gemma, inizia a distogliere la propria psiche dalla realtà e per questo Leda cerca di aiutarla. E’ come se Bianca, nonostante fosse morta, sia comunque presente come una persona viva che torce e contrae la psiche di Gemma e ne diviene propria. Vi è un dibattito fra le due presenze vicino a Gemma: Leda, l’amica i carne ed ossa e Bianca, l’amica morta che vive ancora dentro di lei.

Il racconto di Gemma si conclude, dando spazio ad altri due racconti: uno incentrato sulle fobie che parlano e un altro diretto verso Zaccaria, un uomo che soffre della stessa fobia di Gemma a causa di un incidente sulla neve che ha ucciso sua moglie.


Sistema di valutazione: ★★★ ☆☆ | una lettura ok.

Recensione “Cavaliere Hak”

Buongiorno a tutti lettori, in questi giorni tornerò super carica con nuove recensioni partendo proprio oggi dal libro Cavaliere Hak di Hagar Lane! E’ un high fantasy, un racconto che si svolge in un ambiente immerso sia nel Medioevo e sia nel Rinascimento.

Qui potrete trovare il sito internet di Hagar Lane: https://hagarlane.com/

nuova edizione
Edizione che ho recensito

Copertina: super figa!
Titolo: Cavalier Hak
Autore: Hagar Lane
Data di rilascio: 2019
Genere: High Fantasy

Trama: Cavalier Hak è un fantasy storico, ambientato in parte nel Medioevo e in parte nel Rinascimento, dove fantasia, storia e realtà si intrecciano sapientemente.

Nel Libro Primo (La Nascita dei Draschi) i Regni, fatti di uomini liberi, spariscono uno dopo l’altro per lasciare il posto ai Draschi, fatti di padroni e schiavi. È Hak, un cavaliere errante donna, che prova a sconfiggere il male, lottando contro un Governatore del Regno dei Folli che vuol trasformare il suo Casato del Pellame in Drasco, certo che “possedere le persone” fosse l’unico modo possibile per arricchirsi velocemente senza render conto a nessuno.

Nel Libro Secondo (Sapere aude) Hak diventa Re del Drasco delle Scienze. Affiancata da una saggia strega di nome Mercuria e da quattro validi e fidati cavalieri, Hak trasforma il suo Drasco in un luogo senza caste e privilegi, dove si ama e si prega liberamente, si studia e si lavora con gioia, ridando lentamente vita al culto degli Dei pagani. Questa volta lotterà contro i Giusti: il potente Organismo Religioso Sovranazionale a capo dei Draschi.

Da cavaliere come da re, il viaggio di Hak è l’incessante ed eroico tentativo di spezzare con le proprie mani le maglie dell’inconscio collettivo, intriso di dolore per i pregiudizi e le ingiustizie sociali sedimentatesi nei secoli, ma c’è solo un modo per riuscire nell’impresa, ed è scritto in dei fogli di pergamena custoditi in un prezioso scrigno di faggio rosso.


Valutazione: Il romanzo si suddivide in due libri: nel primo il Cavaliere Hak Con il suo animo nobile cavalleresco deve sconfiggere la nube scura che minacce regni, mentre nel secondo libro dovrà lottare contro i Draschi (contro Innocente).

È un mix di descrizioni dettagliate del codice dei cavalieri, della costruzione e della modellazione delle spade, dei luoghi, dell’amore perduto del Cavaliere Hak e delle significanti lotte che caratterizzeranno il romanzo. Ciò che l’ha dato e la forza di fede nei confronti degli De, molteplici e tutti con una storia.

Durante romanzo vengono raccontate storie di cultura, storia degli dei, storie sugli uomini e anche molti miti. Ci sono dialoghi in cui vengono enunciate anche frasi in latino per riuscire a dar maggior volume al contesto in cui si va ad ambientare il romanzo.

È una lettura piacevole e scorrevole, che fai emergere il lettore in un mondo in cui intercorrono due periodi diversi e contrastanti fra di loro con un’esplosione di amore per le differenze. Il cavaliere Hak che è mezzo uomo e mezza donna, diviene il Re del Drasco delle scienze e a differenza dei re degli altri Draschi, lui è un re giusto, che tiene alla parità fra i diversi sessi anche nei confronti dell’eguaglianza delle piante e degli animali.

Hak è un cavaliere che ha il cuore macchiato di purezza e di forza.


Pensieri personali del libro: La storia si ambienta in un mondo meraviglioso: un mezzo tra il periodo del medioevo in cui vengono enunciati la brutalità della guerra, L’animo cavalleresco e la nobiltà mentre dall’altro lato abbiamo un periodo di Rinascimento con lo studio dell’arte, della filosofia, della matematica e delle giusto.

Hak è un cavaliere errante, la sua particolarità oltre ad essere un forte Cavaliere che combatte per il giusto e per enunciare il proprio essere, è metà uomo e per metà donna e diviene dopo aver combattuto gloriosamente contro la nube oscura, il Re del Drasco delle Scienze.

Mi è piaciuto molto che vengano enunciate delle figure delle donne che diversamente come accadeva nel medioevo, possono combattere e andare a cavallo. Mi è piaciuto molto la forte emozione che la scrittrice riesce a trasmettere con la sua scrittura e il grande lavoro che c’è dietro ogni frase.

La particolarità del romanzo oltre all’ambientazione e alla grande fantasia che viene trasmessa e che permette anche al lettore di immaginarsi nei minimi dettagli tutte le vicende, è proprio come le figure delle donne vengono risultate durante racconto. Ho notato infatti, che non vi sono molte figure di Re, ma soprattutto di Regine.

Il cavaliere Hak ha rinunciato, dopo la battaglia con la Nube Oscura, alla corona del casato per rimanere libera dal destino ha deciso dalla regina delle fate che per più di una volta ha deciso per lei, come nel caso in cui per avidità la Regina delle Fate ha fatto perdere al Cavaliere Hak il suo grande amore, Marlem.

Sistema di valutazione: ★★★★ ☆ | mi è piaciuto molto.

È un fantasy storico che ha anche una fonte di occhio pedagogico: è possibile comprendere il bisogno dell’uomo di affermarsi, di avere il potere, di ricercare la libertà e sul godimento della bellezza e della enunciazione di essa. Ci sono molti miti e leggende, ogni personaggio è ben strutturato e curato, la storia è molto articolata fino a far sembrare un racconto vero del passato.

Voglio ringraziare ancora la scrittrice per la meravigliosa copia e per il bellissimo viaggio.